giovedì 23 marzo 2017

Lingua d'acqua

Sprofondare nel mare profondo e riemergere, il tempo che spazia dall’infinito al troppo breve

di Maria Cristina Capitoni

Avrei dovuto farmi male
avrei dovuto andare a fondo
togliere le mani da quei nodi
così stretti così radi
guardare intensamente quella gola
tanto stretta quanto impervia e profonda
ai suoi piedi avrei visto il mare
una lingua d'acqua infinitamente accogliente
avrei dovuto non cercare appigli nelle rocce
avrei dovuto
una mano sugli occhi
avrei dovuto
l'altra a stringere il naso
avrei dovuto
un lieve salto in alto
avrei dovuto
il volo
veloce, pesante, gelido
avrei dovuto
poi lo schianto
l'immersione, masse d'acqua che premono il torace
le mani lasciano il viso
le mani che frenano
le gambe i piedi in rallentati movimenti cercano il fondo
il fondo
che non arriva
il fondo
manca l'aria
ho poca aria
ho poco tempo in quest'istante che pare un secolo
avrei dovuto morire in un momento
ed in quel momento svegliarmi.

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