Nostalgia alla finestra

Nei sentimenti e nella poesia, una forma di incontro con l’altro, e di ritorno a sé

di Paolo Brondi

Incontrare l’altro da sé, sia per amicizia che per amore, è egualmente significativo ed essenziale. L’incontro, se casuale, può essere assai suggestivo, come in A una passante, di Charles Baudelaire, in cui appare improvvisamente una fuggitiva bellezza che sembra promettere una totale dedizione.
Lo stesso accade nell’amicizia. Si riversa affetto verso l’amico perché nel rapporto di amicizia riconquistiamo, riconosciamo, attraverso l’altro, noi stessi. Si ottiene così una unità che non esclude, tuttavia, la differenza. Nello stesso atto d’amore c’è una fase in cui i desideri e bisogni sono come placati. Ora per gli amanti tutto è meraviglioso. Ma succede il tempo dell’interrogazione, osserva Rainer Maria Rilke:
Eppure, superato dei primi
sguardi il terrore e la nostalgia alla finestra,
i primi passi insieme, una volta attraverso il giardino:
amanti, ancora siete?
C’è dunque un ritorno in sé dopo la fusione. Qualcosa di simile avviene nella poesia, la quale celebra l’unione della parola con la cosa e un ritorno della parola a se stessa. La poesia coglie, per un attimo, e dice in parole umane l’esserci della cosa; è presso la cosa, si sofferma intorno a lei, quasi a carezzarla, per poi rientrare in se stessa, carica di nuova comprensione e suggestione, per essere solo esclusivamente, parola, parola che ha in sé il dono dell’essere cosa.

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