Passa ai contenuti principali

Una canzone, per essere un po' più felici

Hanno accompagnato la nostra giovinezza cantautori come Vecchioni, Guccini, De Gregori, Venditti, e certo anche Battiato. Quasi poeti, un mondo di emozioni

di Marina Zinzani

Non c’era solo Franco Battiato, allora, ad entusiasmarci. C’era Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Francesco Guccini. Erano i poeti di allora, che accompagnavano i nostri anni acerbi, in cui si guardava il mondo dalle aule di scuola, affacciandoci alla vita, partecipando.
Questa partecipazione era scandita anche da loro, non semplici cantanti, ma personaggi che si amavano, che si facevano nostri, ognuno con una propria caratteristica ma accomunati da un tentativo di spiegare la realtà, i sentimenti, il coraggio delle idee, la malinconia e l’amore cercato, sempre cercato, l’alito della giovinezza che non sempre è bella, da ricordare, ma è difficile, complessa, soprattutto per i diversi.
Battiato e gli altri hanno accompagnato i nostri anni, e c’era sicuramente l’emozione per l’ultimo pezzo che era appena uscito, ascoltato tante e tante volte, quasi a voler carpire qualcosa che poteva esserci utile.
I cantautori sono lontani, ogni volta che si ascolta una canzone di allora si è inondati quasi dalla malinconia, dapprima si sorride, ah, questa la conoscevo, quante volte l’ho ascoltata, ma sono canzoni che amava una persona che ha modificato molto di sé, i propri caratteri soprattutto interiori, un’altra persona, diversa da quella che siamo diventati.
La musica come memoria, e il pensiero, piccolo piccolo, che se i giovani oggi avessero avuto il nostro stesso entusiasmo per i cantautori qualcosa sarebbe diverso, forse migliore. Bastava così poco, una canzone che parlava di noi, delle nostre paure, delle nostre insicurezze, per farci felici.

Commenti

  1. E non è un'invezione

    E neanche un gioco di parole

    Se ci credi ti basta, perché

    Poi la strada la trovi da te

    E ti prendono in giro se continui a cercarla

    Ma non darti per vinto, perché

    Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle

    Forse è ancora più pazzo di te.
    (E.Bennato)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore

(Introduzione a Daniela Barone). Varosha non è solo un quartiere abbandonato di Famagosta, ma il simbolo di un trauma storico congelato all'estate del 1974. Tra le sue rovine silenziose e le spiagge un tempo meta del jet set, si nasconde il racconto della violenza e della perdita, ma anche una profonda lezione filosofica. Il suo status di "non luogo" si riflette nel vuoto interiore che, come esseri umani, siamo costretti ad affrontare.

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...

Lettera di un padre alla figlia che parte

(a.p.*) ▪️ L'annuncio e i ricordi. “Papà, abbiamo intenzione di sposarci”. È la frase che ogni genitore si aspetta di sentire prima o poi, che ascolta con qualche timore, e con cui deve confrontarsi, facendo i conti con un groviglio di emozioni. La sua bambina è improvvisamente cresciuta, e lui, il genitore, non è più l’unico uomo, o donna, della sua vita, il soggetto principale intorno al quale la vita del figlio ha ruotato per tanto tempo. Pagine di letteratura, saggi, immagini di vita quotidiana, scene cinematografiche memorabili sono dedicate a questo tema eterno e sempre attuale: il figlio che lascia la casa paterna e comincia una nuova vita. E il padre e la madre, di fronte a quell’annuncio, rivedono, in sequenza, tanti passaggi della vita familiare. 🎈 Radici d'infanzia: Fregene, film e confidenze Anche a me è capitato, come a quel genitore, nel film “Il padre della sposa”, di ricordare alcuni momenti trascorsi con te, Daria: La carrozzina che ...