martedì 9 gennaio 2018

Le carte da giocare

I giovani sono esposti alle eterne incertezze dell'età ma vogliono impegnarsi a costruire il loro futuro: l’importanza di incontrare una scuola di valore

di Cristina Podestà 
(Commento a "Te ne vai già?", PL, 6/1/18)

Il racconto ha un sapore d' antico ma, al tempo stesso, di eterno perché questi giovani, rari una volta, si possono trovare anche oggi. La gioventù ha come un cliché: gli interessi del ballo, della conquista amorosa, del gioco, del divertimento fine a se stesso.
Tuttavia molti ragazzi già organizzano il proprio futuro pensando a come giocarsi le carte che hanno in mano, a come investire il loro tempo senza sprechi e finalizzando le proprie azioni ad un futuro vincente o, per lo meno, discreto. Tali giovani, come quello del racconto, appaiono introversi e timidi, non sfruttano le loro capacità amatorie per paura di non essere all'altezza di quanto la controparte meriti e proprio per questo sono perle rare, ragazzi onesti e vincitori nel loro stesso modo di agire con serietà e lealtà.
E, per loro, l'incontro con un docente "in missione e non in carriera" è veramente decisivo! Vi sono docenti che passano e vanno, che educano quel tanto che basta per poter dire a se stessi che non rubano lo stipendio. Ve ne sono altri che non lasciano segni positivi né negativi. Vi sono alcuni che profondamente incidono in modo sfavorevole sulla crescita di un adolescente, persone che per ripiego decidono di darsi all'insegnamento come seconda scelta; oppure, ancora più terribile, è la decisione di parecchi che utilizzano la scuola come "secondo lavoro" mentre le loro energie sono canalizzate in quello primo, che dà loro soddisfazione e denaro.
Esistono per fortuna anche persone di coscienza, che scelgono questo faticoso mestiere con amore e dedizione. Magari si lamentano per lo scarso salario e lo scadente riconoscimento sociale del proprio lavoro; forse sono presi da sconforto per gli scarsi risultati di alcuni alunni per i quali si sono dati tanto da fare o per gli insuccessi di chi non ha accolto il loro aiuto. Ma, nonostante tutte queste frustrazioni, il buon insegnante ha sempre presente che il suo compito tende a formare le menti del futuro, degli intelletti e delle coscienze che hanno in mano l'avvenire dell' umanità. Sono questi che lasceranno tracce profonde nel cuore e nell' anima degli studenti che incontreranno.

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