martedì 3 marzo 2020

Schiavo d'amore

Catullo, 84 a.C.-54 a.C.

“Odi et amo”, scrive Catullo, chiedendosi come sia possibile provare sentimenti così diversi

di Laura Maria Di Forti

Odio e amo. Non odio e amo solo te, ma ogni cosa. E in principio io odio, innanzitutto io odio. Ogni cosa, odio e basta, in modo totale, illimitato, esclusivo, senza mezzi termini, senza cercare di non odiare.
Ma poi io amo. Amo incondizionatamente te, e non solo, amo ogni essere, azione, opera. Io amo tutto. E amo rifiutando di non amare.
Odio e amo pienamente e senza discernimento. L’infinito, l’assoluto, l’eternità. Senza confini, senza limiti, senza sosta.
Per quale ragione tutto questo mi accade, è un mistero, l’arcano segreto che mai sarà svelato, l’enigma che brucia in perenne, immutabile moto perpetuo.
Odio e amo senza tregua e senza senno. Sono legato a questo ignoto, intimo, profondo scontro della mia anima. Diviso, come tagliato in due, senza saperne il motivo.
Non so, e in questo non sapere, di fronte a questa ineluttabile e straziante condizione della mia vita, io mi sento condannato al sacrificio come uno schiavo ritenuto indegno.
E questo castigo, questa croce su cui io mi immolo senza poter fare altrimenti, è il risultato della mia miserabile condizione. Io sono, e sempre sarò, il tuo schiavo d’amore.

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