di Marina Zinzani
“Il silenzio è una lezione che si apprende dalle tante sofferenze della vita.” (Seneca)
Si parla tanto, si parla troppo. Si fa presto a dare un giudizio, a rinchiudere una persona in una definizione, e di conseguenza a farle anche del male.
Parlare, con giudizio annesso, segna spesso la presunzione di chi si sente dalla parte giusta, in grado di sapere cosa è bene o male in una sorta di semplicità eccessiva, che può rivelarsi colpevole.
Il giudizio può creare danni che segnano una vita, basta ricordare chi si è ucciso per bullismo.
Il silenzio fa parte del mondo contemplativo, di chi fa un passo indietro, sapendo che ogni storia ha dei retroscena, e che si sa ben poco, in fondo, della vita degli altri.
Il silenzio è di chi ha camminato su strade impervie, e ne conosciuto insidie, solitudini. Nel suo percorso ha però trovato un dono: l’empatia, la capacità di comprendere il dolore degli altri.
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