mercoledì 30 luglio 2025

Giustizia? Come si cambia idea

(Angelo Perrone) Il Ministro Nordio, oggi campione della separazione delle carriere in magistratura, firmò nel '94 un appello contro tale riforma, difendendo l'unicità e l'arricchimento derivante dal passaggio di funzioni.
La sua attuale posizione, da lui definita un "sogno" dal '95, contrasta clamorosamente con quel passato.
Ciò che rende questo ribaltamento ancora più singolare è la sua spiegazione: il cambiamento sarebbe avvenuto a seguito del suicidio di un indagato.
Sebbene un evento tragico possa scuotere, la separazione delle carriere è un pilastro dell'ordinamento giudiziario. Un rovesciamento ideologico così radicale dovrebbe scaturire da ampie riflessioni sistemiche, non da un singolo episodio, per quanto doloroso.
Questa motivazione solleva dubbi sulla fragilità emotiva e intellettuale alla base del processo decisionale. Un ministro della Giustizia dovrebbe basare riforme costituzionali su analisi robuste e principi condivisi, non sull'impatto di un aneddoto. Un tale approccio, che privilegia l'esperienza personale sulla complessità del sistema, appare limitante e rischia di presentare una rappresentazione inadeguata del processo di elaborazione di una riforma così cruciale. La credibilità della decisione, e la fiducia nella politica giudiziaria, ne escono indebolite.

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