Sul sagrato del nulla

Possibile l’incontro anche senza bussole: la difficile ricerca di un porto

di Giovanni Muzi

Non si ruba la vita alla morte,
la si acquista al tempo
lavorando dentro sferruzzando
la coperta al ventre.
Quando viaggiare non è fuggire
per ritornare sul sagrato incredulo,
versato l’obolo surrogato,
riempire il modulo prescritto o proscritto.
Dove partire è incontrare senza andare via,
scambiare gagliardi detti
fiondare dardi da dietro
dadi gettare in tavola
brodi riscaldare,
è come viaggiare
in alto mare,
per ri-cercare il porto
in mancanza di bussola e cartine,
non bastano il sole, la luna, le stelle
neanche il sestante,
a sé stante stando
il porto nella mente di un ingegnere
disoccupato, per eccesso di disoccupati
stanchi stanca mente nutrita di niente
impegnato, per eccesso di impegni
in pegni di fiducia, cause di speranza
cose d’ossequianza, pose di parvenza
Occupato ad incontrare disposto
a contrarre non essendo indisposto
a detrarre l’importo all’imbocco
del porto, potendo contare
sulla sua vita d’ingegnere.

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