domenica 9 luglio 2017

Un tramonto malinconico

Il perdono di coppia? Inutile sbuffare come una vecchia locomotiva a vapore

di Paolo Brondi

Perdonare è concedere un dono. Ma quando? Non sempre nella coppia si manifesta l'amore che cerca il vero bene dell'altro. Messo in crisi il legame, non c'è più, nei confronti del partner, quella lealtà che si provava prima e questo può dar luogo ad una grande malinconia, perché è come se tutto rovinasse intorno.
Sorge anche, come una sorta di autoterapia, il desiderio di oblio: i ricordi impallidiscono ed accade la stessa sorte di una vecchia locomotiva a vapore che cessa la propria funzione se non si gettano palate di carbone o di legna nella caldaia.
In fondo, il partner che ha deluso appare come un ipocrita e l'ipocrita è come la lucciola: splende ma non riscalda. Perché ci sia vero perdono devono essere coinvolti tutti i sistemi: cognitivo, emotivo e comportamentale. Occorre un autoesame e l'interrogarsi se è ancora possibile provare empatia verso l'artefice dell'offesa ed il suo punto di vista, quale e quanto sia il peso della propria rabbia, delusione, tristezza, depressione. Se sia possibile elaborare una visione meno distorta degli eventi e loro contestualizzazione; se si è in grado di superare i pensieri ossessivi; se è mai possibile provare sentimenti di autentica compassione per il partner e la comune travagliata storia affettiva.
Volontà di salvare, di ricostruire. Ricostruire come? Con la forza dell'amore: l'amore è sempre la rupe solitaria che riesce a sfidare ininterrottamente la distruzione. Come scriveva Oscar Wilde: "C'è una terra dei vivi e una dei morti: il ponte è l'amore, l'unica sopravvivenza, l'unico significato".

1 commento:

  1. (Lo stesso commento fatto a "Il senso della sconfitta" di Marina Zinzani.
    Non è un ne bis in idem, ma una scelta consapevole dettata dal mio cuore).

    Momenti di disaccordo in una coppia credo ci siano per tutti, gli argomenti in discussione possono essere infiniti.
    Quando però si mette in discussione l'amore, la paura del distacco, del cambiamento repentino, dello stravolgimento della mia vita mi fa reagire così:
    accetto ciò che è.
    Lascio perdere ciò che è stato.
    Ho fiducia in ciò che sarà.
    Catia Bianchi

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