Passa ai contenuti principali

Ai miei tempi

di Laura Maria Di Forti
Introduzione di Angelo Perrone

(Angelo Perrone) «Il ricordo è il tessuto dell’identità». Lo ha detto Nelson Mandela, e come non essere d’accordo? Senza i nostri ricordi, in fondo, cosa saremmo? I ricordi che qui Laura Maria Di Forti propone sono i suoi, ma in qualche modo ci appartengono. Ciascuno potrà trovarvi frammenti della propria vita, rimasti nascosti nella memoria, però ancora vitali. Qualcosa di simile a ciò che si è vissuto in prima persona.
Oppure semplici occasioni per fare un viaggio, ricordare altro, in un’infinita catena di episodi, anche minuti, importanti solo per lui, che hanno qualcosa di insostituibile: nei momenti più convulsi è possibile riandare ad essi per trovare la dolcezza smarrita. Rappresentano il modo in cui il passato confluisce nel presente, l’esperienza che ci ha permesso di essere quello che siamo. Nel bene e nel male.
Già pubblicati: Come imparare le lingue senza fatica (22.6.22)

Ho fatto le elementari alla scuola Cristina Belgioioso a Milano. La maestra era una signorina (ci teneva molto, pare, visto che dovevamo chiamarla Signorina Maestra) e io la vedeva vecchissima ma, a ben pensarci, credo avesse meno di cinquanta anni. Era molto severa ma insegnava benissimo e in cinque anni è mancata solo due mattine ed entrambe le volte, anche se era stata prontamente sostituita da una supplente, ha raggiunto la scuola per darci i compiti personalmente.
Altri tempi, a quanto pare, visto che oggi i supplenti vengono utilizzati solo ed esclusivamente per le lunghe assenze. Talvolta penso di essere nata nell’era preistorica, visto le differenze che mi trovo a constatare tra oggi e gli anni Sessanta e Settanta! 
Ho sempre detestato le persone che ripetevano ad oltranza la frase “Ai miei tempi” aggiungendo poi che tutto andava meglio, era più bello, la gente più educata, i giovani più seri e rispettosi e la frutta aveva più sapore. Non c’è niente di vero in tutto ciò, o quasi. La sola vera differenza è che le persone tendono a magnificare il passato perché è il tempo della loro giovinezza.

Commenti

Post popolari in questo blog

👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore

(Introduzione a Daniela Barone). Varosha non è solo un quartiere abbandonato di Famagosta, ma il simbolo di un trauma storico congelato all'estate del 1974. Tra le sue rovine silenziose e le spiagge un tempo meta del jet set, si nasconde il racconto della violenza e della perdita, ma anche una profonda lezione filosofica. Il suo status di "non luogo" si riflette nel vuoto interiore che, come esseri umani, siamo costretti ad affrontare.

Gli amanti di Marc Chagall, tra sogni volanti e la solitudine della realtà

(a.p. - INTRODUZIONE) ▪️ Fantasie popolari, figure volanti, personaggi solitari. Il presente, in Marc Chagall, è sempre trasfigurato in un sogno che richiama le suggestioni della sua infanzia, comunque felice nonostante le tristi condizioni degli ebrei russi, come lui, sotto lo zar. Colori liberi e brillanti accompagnano figure semplici e sinuose, superano i contorni dei corpi e si espandono sulla tela in forme fantastiche. Le sue opere sono dedicate all’amore e alla gioia di vivere, descrivono un mondo poetico che si nutre di ingenuità ed è ispirato alla fiaba, così profondamente radicata nella tradizione russa. (Marina Zinzani - TESTO) ▪️ Desideravo una casa, un luogo caldo ed accogliente in cui tornare la sera. Desideravo qualcuno a cui raccontare la mia giornata. Desideravo un grande albero, a Natale, pieno di luci e di regali. Desideravo una bambina che mi accogliesse buttandomi le braccia al collo. “Il mio papà!”: ecco le sue parole. Desideravo un luogo di vacanze, ma soprattutt...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

👵 Tardona, a chi? Anatomia di un giudizio e valore del tempo

(Introduzione a Marina Zinzani). È questione di parole e di definizioni che la società impone, spesso con crudeltà. Non di anagrafe o di aspetto. Marina Zinzani riflette sulla suddivisione delle donne in categorie, secondo età, chiedendosi cosa si nasconda dietro appellativi come "tardona" e quanto sia difficile sfuggire alla legge del tempo. 🗣️ L’ombra degli appellativi (Marina Zinzani - RIFLESSIONE) ▪️ Dunque, ci sono degli appellativi per ogni età. Donna matura, donna non più giovane, milf, addirittura tardona. Una definizione in grado di cristallizzare un’età che avanza, che sottolinea un aspetto fisico che racconta i propri anni. Il meglio è dietro le spalle, verrebbe da dire. Chi lo dice? Uomini che guardano le più giovani, donne che sono giovani e si sentono tali. La milf, la donna di mezza età, la tardona, o come diavolo viene chiamata, spesso sul web, fa del suo meglio per restare giovane. E lo fa a partire dal trucco, dall’abbigliamento, spesso anche sbagliando per...

🍾 Messaggi in bottiglia: le storie che il mare ci restituisce

(Introduzione ad a.p.). C'è qualcosa di magico e misterioso nei messaggi in bottiglia. Sono oggetti che viaggiano attraverso il tempo e lo spazio, portando con sé storie di speranza, amore, disperazione e scoperta. Questo metodo di comunicazione, antico e affascinante, ha attraversato i secoli, diventando un simbolo di connessione tra persone sconosciute, separate da oceani e generazioni.