venerdì 25 maggio 2018

Un ramo teso

Fregene (foto ap)
Un volto, una storia, pensieri che diventano sinfonia

di Lorenzo Mullon

Le guance hanno radici profonde
il profilo è un albero caduto e rialzatosi tante volte nel vento
le labbra sono inumidite di onde
la lingua è una terra salmastra uscita dalla bocca di un vulcano
gli occhi sono spuntati dalle fessure dei sassi


rubando il luccichio notturno alla rugiada
le rocce hanno sgretolato i denti che ti afferravano da una vita precedente
siamo scoppiati come il temporale
un lampo ha incendiato i capelli
eravamo neri di cenere
il sangue si è scavato un solco nella corteccia
la pioggia ha irrorato il dolore di un lungo passato
siamo riusciti a dimenticare tutto
ogni rinascita è necessaria
bisogna sotterrare la vecchia mente
ritornano i pensieri
ma tu li percepisci come suoni di una sinfonia immortale
non fanno più paura
sai riconoscere gli odori familiari
appartieni a un ramo teso da una stella all'altra
sei un seme che non teme il buio
l'oscurità ti fortifica
è lì dove riprende a lanciare i suoi strali di luce
il sole che non si spegne

2 commenti:

  1. viaggio all'inferno e ritorno.
    l'immortalita' si conquista anche vestendo il dolore.
    poi si cambia pelle.
    che viaggio!!!!!!!!! bella bella bella bella bella bella bella bella bella. GRAZIE

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  2. lo scritto evoca una dimensione sospesa tra la ricerca di una pienezza che manca,di una aderenza alla razionalità, all'ordine ..e una rinuncia , uno sfaldamento, che investono l'individuo riducendolo a inseguirsi nella propria realtà cangiante e mutevole
    Paolo Brondi

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