sabato 9 maggio 2020

Giovanna Botteri, l'ironia fuori posto

Gli attacchi alla giornalista Giovanna Botteri per l’aspetto esteriore ed il suo abbigliamento: cosa c’entrano con la professionalità?

di Laura Maria Di Forti

La giornalista Giovanna Botteri è stata al centro di alcuni commenti poco piacevoli, per non dire assolutamente disdicevoli. Oggetto dei commenti di vari haters e di qualche trasmissione televisiva (Striscia la notizia) è stato l’aspetto della giornalista ritenuto, forse più per dovere di battuta che per una volontà persecutoria, sciatto e troppo dimesso, forse persino sporco. Questo, secondo una lettura benevola dei fatti.
In realtà sappiamo bene che gli haters, quelli che al riparo della loro invisibilità riescono a dire le cose più offensive, false e crudeli, quelli che tirano fuori la spada della maleducazione e della totale mancanza di empatia verso personaggi famosi perché al riparo di un computer, riuscirebbero a distruggere le anime più sensibili con insulti lanciati come se fossero petali di rosa profumata. Si tratta di bullismo vero e proprio con l’aggravante dell’anonimato a protezione.
Ma perché prendersela con chi, secondo le loro menti contorte, non possiede la perfezione? Solo pochi eletti posseggono questa grazia che ha incantato poeti e scrittori, pittori e scultori, che ha incuriosito filosofi e arricchisce, in questi nostri tempi moderni, estetisti e chirurghi plastici. Il raggiungimento della bellezza è un desiderio molto comune e il giro di affari che circola intorno a questo desiderio è enorme. Ma nessuno, in verità è perfetto. Nessuno.
Sono altre, invece, le virtù che dovrebbero essere al centro della nostra attenzione e che dovrebbero essere privilegiate.
L’empatia e la bontà d’animo, ad esempio, che ci impediscono di fare del male, l’educazione, che non ci permette di usare parole volgari e cattive, l’umiltà, che non ci consente di crederci superiori agli altri, l’intelligenza, che ci proibisce di essere tanto ignobili e la vergogna, che rende impossibile ogni nostra sterile, puerile e inutile critica.
Ma soprattutto “a che pro”? Perché guardare il colore dei capelli, il trucco poco sapiente, forse, l’aspetto non da giovane e bellissima ragazza? Come se l’intelligenza e la professionalità non fossero attributi ben più degni ed idonei, molto più consoni e rilevanti per una giornalista!
La perfezione delle forme, che ha spinto gli antichi greci a dettare i canoni della bellezza, nel credo che fosse una dote oggettiva che si può misurare, pesare e soppesare, non ha nulla a che fare con il sapere. Sarebbe veramente meglio se la giornalista avesse il volto di una diva ma non riuscisse a comporre un articolo giornalistico?  Non credo proprio.
Non trovo disdicevole vedere la Botteri con la stessa maglietta (Giorgio Armani non porta spesso una t-shirt nera?) o con i capelli di un colore che forse una diva del cinema non porterebbe mai! Trovo invece meravigliosa la sua voce, il suo sorriso e quell’aria di intellettuale che non bada troppo a certe raffinatezze. In fondo, di una collana di perle o di una messa in piega, noi telespettatori possiamo fare a meno, ma non certo della professionalità. È questo il valore da ricercare, non il naso alla francese, il rossetto sulla bocca o il nodo perfetto della cravatta, perché, diciamolo pure, non devono essere giudicate solo le donne. Dai professionisti, uomini e donne, dobbiamo aspettarci la competenza, e basta. Troppo grassi o troppo magri, troppo brutti o troppo belli? E allora?
Ricordo qualche anno fa una mia collega che giudicava orrende altre colleghe che, con gli anni, avevano preso alcuni chili. Non considerava i loro caratteri, come si comportavano, il valore del loro lavoro ma soltanto il loro aspetto. Sul piatto della bilancia non misurava la professionalità ma i chili di troppo. Degradante. Da quel giorno ho evitato la compagnia di quella donna così cinica e insensibile.
E allora? Godiamoci un bel panorama, un tramonto o una opera d’arte ma ascoltiamo le parole di persone sagge, competenti, informate che possono farci crescere, donarci il sapere o anche solo farci compagnia.
E gli haters? Qualcuno dovrebbe informarli che dovrebbero essere più compassionevoli verso gli altri, altrimenti un giorno qualcuno farà loro notare che sono ingrassati, sono diventati vecchi o fuori moda, magari perché la loro tinta non è perfetta, il look non è curato e si vestono sempre con la stessa maglietta. E poi, soprattutto, potrebbe dire loro la verità in faccia: siete dei vigliacchi.

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