sabato 16 maggio 2020

Le mani della madre

Mani di madre. Desideri, fantasmi, gesti di affetto e momenti. Verso il figlio

di Marina Zinzani

Le tenere mani che avvolgono un bambino appena nato. Le mani che lo sorreggeranno nei primi passi. Le mani che lo prenderanno in braccio quando sarà stanco, alle prime gite, zaino in spalla e scarpe comode. Le mani che lo tengono ben stretto, quando deve attraversare la strada. Le mani che gli indicheranno i primi pericoli.
Le mani che sfoglieranno con lui i primi libri, le fiabe, gli orsi, i boschi, le creature dell’immaginario per parlargli del mondo. Le mani che stireranno all’alba, perché la giornata è lunga, c’è il portarlo a scuola, e il lavoro, e mille cose da fare. Le mani che cercheranno di fissare con una foto un momento, una festa di compleanno, un sorriso, una situazione buffa. Le mani che applaudiranno di fronte a lui che ce l’ha fatta, la sua prima competizione.
Le mani che prepareranno tartine e panini quando arrivano i compagni il pomeriggio, per fare i compiti con lui. Le mani che scopriranno l’influenza di altri, qualcosa che non va bene, un primo dolore forse. Le mani che accarezzeranno quel ciuffo da ragazzo, che fa innamorare le ragazzine. Le mani che cercheranno fra le sue cose, si sono sentite brutte storie, la droga è ovunque ormai.
Le mani che si agitano, un dito che si punta, è l’adolescenza con le sue rabbie e la voglia di mandare a quel paese tutti, ci è passata anche lei, la madre è stata una figlia. Le mani che accolgono la sua ragazza, la prima storia importante. Gelosia forse? No, l’accoglie come una figlia. Le mani che si asciugano una lacrima quando lui dice di andare a convivere, che ci provano. Le mani che hanno meno da fare, la sua camera è intatta, non c’è il solito disordine, né panni da lavare, né il letto da sistemare. Ma la casa è vuota, terribilmente vuota.
Le mani che prendono in braccio suo figlio, è diventata nonna, è felice, di una felicità mai immaginata prima, un esserino delizioso, e suo figlio la guarda, tace, la felicità è nell’aria, e il piccolo è di una dolcezza incredibile. Le mani che prendono per mano ora il nipotino, ci devono essere mille attenzioni, ci sono paure, si sente la responsabilità. Le mani che cercano di calmare suo figlio, nervoso, stanco la sera, il matrimonio non è tutto rose e fiori. Lei gioca con il bambino, gli mostra un libro di fiabe, ma non si parla ora di Cappuccetto Rosso o di Biancaneve, le cose sono cambiate.
Le mani che apprendono una separazione, no, non è possibile, lo sguardo va al nipotino, e le lacrime si raccolgono in silenzio, nel proprio silenzio a casa, e sono tante, strazianti. Quanti figli di separati, ma non doveva succedere. Le mani che si fanno forza, e impongono positività, vestiti colorati e un filo di rossetto, perché la madre deve essere forte, sempre, e anche la nonna, giovane peraltro, deve essere un sostegno per il nipotino, disorientato.
Le mani che si sbattono, che muovono borse della spesa, tastiere del computer, che si dividono fra due case, che preparano caffè per tirare su il figlio, per preparargli la cena. Suo marito fa quello che può, ma non è una situazione facile. Le mani che cercano amicizie ormai perdute, sui social, luogo virtuale di destini e di incontri sbiaditi, che si cerca di rendere vivi.
Le mani che si curano il viso, il corpo, che non vogliono arrendersi al passare degli anni. Le mani che sfogliano libri, riviste, cercando buchi da cui oltrepassare i propri, angusti, confini. Le mani che accarezzano la testa del nipotino, curvo sui suoi difficili compiti, mentre si cerca di nascondere una lacrima. Le mani che lo applaudono alla recita scolastica, esserci, è importante esserci in prima fila. Le mani che si rinsecchiscono, la pelle non è più quella di una volta, gli anni arrivano, arrivano. E mentre arrivano è passata una vita, e quelle mani l’hanno annaffiata la vita, con l’amore.

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