martedì 23 giugno 2020

Mario Corso, stella che brillava nel verde

La scoperta del talento puro: Mario Corso e la sua Inter


di Marina Zinzani

L’amato zio sta dormendo nella sua stanza. E’ ora di andare, e lui, il nipote prediletto, non vuole andare via senza salutarlo. Non sa cosa fare, tentenna, non vuole disturbarlo ma neanche andare via così, senza un saluto.

Allora, mentre i genitori si stanno preparando, va davanti alla porta della sua stanza, è socchiusa, ed entra timidamente. Lo zio sta proprio dormendo, e non si sa perché dovrebbe svegliarlo ora, è cosa inopportuna, ma il suo desiderio di salutarlo è troppo forte, si è andato a coricare dopo un pranzo importante e lasciarlo così, senza una parola... No.
E’ lì sulla porta e dice a bassa voce “Ciao zio, andiamo via.” E’ la voce di un bambino dubbioso, ma arriva lo stesso alle orecchie dello zio che si sveglia di soprassalto. Proprio di soprassalto. “Cos’è?” chiede contrariato. No, non è contrariato. E’ proprio adirato per questo risveglio improvviso.
Il bambino ci rimane male, lo zio è quello che gli racconta storie, mondi interessanti, aneddoti, che sa usare le parole come pochi, che anche scrive come pochi. Ci rimane davvero male il bambino, e sul suo viso è scesa l’oscurità. Ha disturbato. Gliel’aveva detto suo padre che lo zio dormiva, e non andava disturbato.
Il mondo dei grandi è complicato, e quella che è accaduta è una piccola ferita. Non aveva mai visto lo zio adirato con lui, e quel suo sguardo lo ha fulminato.
E’ ancora serio il giorno dopo il bambino, quando lo zio lo va a trovare. Ha un regalo con sé. Un regalo per farsi perdonare. Non gli riesce di trovare le parole, all’uomo che si pente di essersi arrabbiato con lui il giorno prima, ma il regalo parla. Racconta storie. E’ un regalo che piacerà. Che riaprirà dialoghi e storie da condividere, in nome di una comune passione. Un cerotto sulla ferita. E oggi un nome.
Mario Corso. Mario Corso è morto, mitico calciatore dell’Inter, e quel libro si intitolava “Mario Corso vi insegna il calcio.”
I ricordi tornano, ci sono le nebbie, le persone spariscono, si allontanano una ad una, persone amate, come se entrassero in un paesaggio proprio di una nebbiolina crudele, e poi non si vedono più.
Mario Corso e lo zio, due mondi lieti che si sono incrociati, che hanno arricchito il bambino di cinquant’anni fa. La mitica Inter. Sarti, Burnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. Formazione imparata a memoria, che rimane nella memoria. La nebbia ne ha avvolto tanti. Rimangono i ricordi: lo zio che arriva con quel libro in mano, per farsi perdonare.

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