mercoledì 3 giugno 2020

Clint Eastwood, 90 anni e non sentirli

Sono tanti i film che Clint Eastwood ci ha regalato come attore e regista. A 90 anni non ha ancora finito di sorprenderci


di Marina Zinzani

Almeno una volta ci siamo lasciati affascinare dai personaggi interpretati da Clint Eastwood. Li abbiamo accompagnati nei loro viaggi tortuosi, nelle loro esistenze fallite, coraggiose, ma anche non rassegnate.
Esistenze in cui non ci sono sconti, in cui il passato si paga, in cui non ci sono i buoni e i cattivi, in cui gli eroi hanno la stanchezza che hanno tanti eroi, in cui si ricerca un angolo proprio, una parentesi in cui ci sia un senso, quel senso che riscatta una vita o dà un vero significato ad essa.
Clint ci ha affascinato con i “Ponti di Madison County”, l’amore segreto e vitale che resterà linfa da cui vivere negli anni, ci ha affascinato anche con l’umanità accompagnata soprattutto da sguardi in ” Million Dollar Baby”, quelle parole che non servono perché ci sono i fatti, e niente è sottolineato da enfasi. Ci ha accompagnato nel mondo di Nelson Mandela, l’eroe “capitano della propria anima” di “Invictus”, padrone del proprio destino. Ha descritto come pochi lo tsunami in “Hereafter”, lo ha fatto vivere in immagini che sembrano prendere lo spettatore e portarlo in un abisso, e da quell’abisso interrogarlo su ciò che c’è al di là della vita, su quello che non può essere più come prima, descrivendo la solitudine tragica, quando non ci si ritrova più nel proprio mondo, quando il disorientamento prevale.
Sono tanti i film che Clint Eastwood ci ha regalato negli ultimi anni, come regista e attore, e ognuno è stato un piccolo regalo per chi lo ama. Una parte del suo percorso condiviso. Un interrogarsi sull’uomo, sui sentimenti, senza censure, senza vittorie. Anzi. I suoi personaggi sono così imperfetti, travolti dagli eventi, non hanno mai scelto la strada più facile. Ma non si sono tirati indietro. Ci sono stati, hanno vissuto appieno, fedeli forse alla loro etica, o in balia di quello che potevano fare in quel momento.
“Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità” ha detto Clint. E quella verità, cercata, sussurrata nella drammaticità delle storie, diventa racconto di tragedie umane, di voli ricercati, di personaggi senza maschere, conformismi, senza niente di politicamente corretto. La ricerca della verità si accompagna al coraggio, il visitare a fondo le anime, in un cinema caratterizzato dall’essenzialità, pochi orpelli,  poche parole. Soprattutto sguardi, sussurri, sensazioni. E il cuore.   

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