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La poesia di tutti di giorni

21 marzo, celebrare la poesia nel primo giorno di primavera


di Marina Zinzani

Parola poco frequentata, a tratti fuori moda, rilegata a ricordi sui banchi di scuola: la poesia sfiora, accompagna, e non viene notata.
Non ci si accorge della poesia all’inizio di una relazione, anche se la magia pervade quel momento misterioso e fatato.
E’ un battito d’ali, il soffio di un dio che ha pensato di far felice due persone, e la poesia è il suo pensiero, il suo cuore che si posa accanto ai loro cuori. La poesia è nella quotidianità, nel pensare all’altro, a cosa può far felice l’altro, nel facilitargli delle cose, nel prendersi cura, nel donargli i propri pensieri di bene, di affetto.
La poesia è sentiero dorato, che appare e scompare all’improvviso, delicato è il momento in cui tutto sembra magico, perfetto, e quell’alone particolare si percepisce. Lo sguardo verso un tramonto, il cuore libero da affanni e finalmente quieto, a casa, con la sensazione di casa perché l’altro è vicino, l’altro si è incontrato, diventa un momento di poesia.
Nel tempo, nelle relazioni, la poesia spesso si disperde. Succede non solo agli innamorati, ma anche nelle amicizie, nei rapporti con i figli. Prevalgono inquietudini, doveri, obblighi, aspettative, desiderio di affermarsi, anche se sottilmente, sull’altro, in nome di cose fumose e vaghe, che incrinano però l’armonia dalle fondamenta.
La poesia si perde e il dio che l’ha donata diventa triste. Gli succede spesso con gli uomini, non sanno cosa significhi quella scia dorata che lui ha donato. La calpestano con scarpe inadatte, la sporcano con il fango, la ignorano e non ne curano la bellezza.
E la bellezza si perde, quando si perde la poesia. Vento che ha portato una linfa nuova di vitalità, la poesia si disperde nell’aria, si allontana. Le persone non sanno cosa dirsi, non sanno più trovare nell’altro quel senso di pienezza che c’era prima, si sente il vuoto, la confusione, lo sguardo volge altrove.
La poesia viene denigrata, presa per altre cose. La generosità può passare per opportunismo, il donare per furbizia, perché si pensa che l’altro abbia un tornaconto, la cura verso un’altra persona potrebbe nascondere una motivazione che si allontana dalla generosità.
I pensieri degli uomini sporcano i sentimenti, anche perché i sentimenti spesso non sono veri, e celano altro. Un giorno ci si accorge che l’incanto è andato via, e lo sentono le persone più sensibili, e anche più fragili, quelle che hanno aperto la porta, hanno creduto nel donare una parte di sé, e hanno condiviso la propria interiorità.
La poesia di tutti i giorni è pratica difficile, perché la società stessa appare incattivita, apatica, confusa. Anche la scelta di mettere al mondo un figlio deve passare al vaglio tantissimi aspetti pratici, come fare un investimento importante, condizionante, e si rischia di perdere la poesia.
Il padre che ha aspettative verso un figlio ne condiziona il futuro. Certi padri di forte personalità hanno condizionato non poco, soprattutto se si guarda alle precedenti generazioni. Erano altri tempi, e non c’era più poesia nei rapporti, ma sottomissione, anche celata, anche velata da un’apparente dolcezza.
E la madre forse nasconde ancora qualche seme di poesia. Nel suo stirare la sera tardi, nel suo preparare il cibo per il giorno dopo, nel suo richiedere poco ai figli, al marito, nel suo curare la casa con stanchezza ma un poco di amore, che è anche tanto amore. È una poesia non notata, sommessa, preziosa.

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