Passa ai contenuti principali

Leggera come piuma

Ottobre 1944. Sogni in una piccola stanza di monastero


di Laura Maria Di Forti

Le era sempre piaciuto andare a scuola. Ricordava il sorriso della maestra, i visi delle compagne di classe e il momento magico dell’intervallo, quei dieci minuti in cui si poteva chiacchierare e persino giocare a Un due tre stella.
E lei, Miriam, era piena di allegria e aveva deciso di fare l’insegnante da grande e di spiegare la storia e la matematica, anche se la materia che più la appassionava era la geografia.
Sognava, Miriam, sognava paesi lontani, spiagge, deserti e montagne invalicabili, vette imbiancate e ghiacciai sperduti dei poli, solitari baluardi di un mondo ancora inesplorato. E pensava all’Africa, terra magnifica dai tramonti di fuoco e alle pagode asiatiche, alle balene e alle notti boreali. 
Era deciso. Da grande avrebbe attraversato l’oceano, avrebbe navigato sui grandi fiumi africani e scoperto cascate e con una macchina fotografica avrebbe immortalato le vette più alte della Terra.
Miriam sognava ma sapeva anche che, prima, avrebbe dovuto studiare tanto per meritare bei voti. Bisogna sempre faticare per ottenere dei buoni risultati! E allora perché non poteva andare più a scuola? Persino l’insegnante privata non era più venuta a casa a farle fare i compiti. Si chiamava Rebecca ed era improvvisamente sparita, svanita nel nulla, volatilizzata, sì, come se avesse preso le ali e si fosse librata nell’aria, leggera come una piuma e invisibile come un sospiro.
Qualcuno, pare, aveva delle idee strane, bizzarre ma anche assurde, a dirla tutta. Quelli come lei a scuola non dovevano andare e neanche potevano insegnare. Suo padre era stato da tempo licenziato e Paolina, la ragazza che andava a casa ad aiutare sua madre nelle faccende domestiche, non veniva da tempo. Se ne era andata via piangendo e la mamma le aveva regalato una collana d’argento. Perché non ci dimentichi, le aveva detto con un sorriso triste. 
E ora vivevano lì, in una delle stanze del monastero dove dei monaci silenziosi avevano eretto un muro e aperto una porta piccola, quasi invisibile. Talvolta lei e suo fratello giocavano nella grande biblioteca del monastero dove centinaia di libri attiravano la sua attenzione e dove Frate Lorenzo insegnava loro italiano e storia, una storia molto diversa però da quella che insegnavano nelle scuole.
Erano bravi i frati, li lasciavano recitare il Talmud con la kippah in testa e procuravano loro il cibo, buon cibo anche se non Kosher. Ma, come diceva suo padre, in certi momenti bisogna chiudere un occhio e le regole possono essere violate perché la vita, la vita è santa. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📰 Gli “anni di piombo”: Storia, memoria e l’intreccio del destino individuale

(Introduzione a Daniela Barone). Un viaggio intimo nella memoria degli “anni di piombo”, dove la Storia non è solo cronaca, ma destino individuale. L'autrice ci guida attraverso i momenti chiave del terrorismo italiano, dal dolore per l'omicidio Moro alla sorprendente coincidenza che lega la sua vita privata a una figura centrale della lotta al terrorismo. Un pezzo che dimostra come i grandi eventi nazionali lascino tracce indelebili e inattese nella vita di ognuno. (Daniela Barone - MEMORIA) ▪️ Gli “anni di piombo” sono un ricordo indelebile nella mia mente. Le Brigate Rosse avevano sconvolto il nostro Paese, non solo la mia Genova di giovane donna. Nel libro “ Che cosa sono le BR ” di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini che lessi nel 2004, mi colpì una frase di quest’ultimo: « Partimmo alla conquista di un nuovo mondo ma non ci rendevamo conto che, in realtà, aiutavamo a puntellare quello vecchio .» L’uomo, uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica, rivela nel ...

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

⚔️ Anghiari: il mistero del Leonardo scomparso e i passi notturni della battaglia

(Introduzione ad a.p.). Il mito della celebre battaglia del 1440 e il mistero del dipinto perduto di Leonardo da Vinci esaltano l’identità di Anghiari, un borgo medievale al confine tra Toscana e Umbria. Oggi luogo di cultura, ospitalità e gusto, Anghiari nasconde tra i suoi vicoli una memoria che non vuole svanire: una memoria che si manifesta solo di notte, quando le luci soffuse del borgo lasciano spazio allo scalpitio dei cavalli in fuga e ai rumori sinistri delle spade. I. Anghiari, crocevia tra storia e fede (a.p.) ▪️ Una terra di confine immersa nella valle del Tevere, a cavallo tra la Toscana e l’Umbria, Anghiari è un luogo di naturale scambio di merci, di prodotti e di idee. Il suo nome è citato per la prima volta in una pergamena del 1048, con origini risalenti all’epoca romana. Posizionato su un’altura, il paese è caratterizzato da pittoresche case in pietra, suggestive piazzette e vicoli tortuosi che sfociano all’improvviso su incantevoli paesaggi. Preziose le tracce dell...

Lettera di un padre alla figlia che parte

(a.p.*) ▪️ L'annuncio e i ricordi. “Papà, abbiamo intenzione di sposarci”. È la frase che ogni genitore si aspetta di sentire prima o poi, che ascolta con qualche timore, e con cui deve confrontarsi, facendo i conti con un groviglio di emozioni. La sua bambina è improvvisamente cresciuta, e lui, il genitore, non è più l’unico uomo, o donna, della sua vita, il soggetto principale intorno al quale la vita del figlio ha ruotato per tanto tempo. Pagine di letteratura, saggi, immagini di vita quotidiana, scene cinematografiche memorabili sono dedicate a questo tema eterno e sempre attuale: il figlio che lascia la casa paterna e comincia una nuova vita. E il padre e la madre, di fronte a quell’annuncio, rivedono, in sequenza, tanti passaggi della vita familiare. 🎈 Radici d'infanzia: Fregene, film e confidenze Anche a me è capitato, come a quel genitore, nel film “Il padre della sposa”, di ricordare alcuni momenti trascorsi con te, Daria: La carrozzina che ...