giovedì 24 ottobre 2019

Era un brutto anatroccolo

Un giorno la sorpresa, l’incontro tra Barbara e Francesco, capace di cambiare la vita

di Paolo Brondi

A Lucia una nuova luce si era profilata, nel lungo periodo di completa assenza del suo recente amor, quando, per caso, incontrò un ex compagno di scuola, Francesco, che, sia per il servizio militare, sia per gli studi universitari, era stato perduto di vista e quasi del tutto dimenticato. Del resto, nei tempi della scuola appariva come un brutto anatroccolo, poco interessante e sempre tenuto in disparte.
Ma fu grande la sorpresa quando se lo ritrovò di fronte, un giorno che era uscita per prendere un caffè al bar Principe. “Lucia, come stai? Ti posso offrire il caffè e magari un dolcetto?”. Si girò e non credette ai suoi occhi. L’anatroccolo si era trasformato in un uomo affascinante; alto, atletico e snello, occhi verdi-castani e profondi; portava un maglione alla marinara, a collo alto, pantaloni di velluto e scarpe di camoscio e la voce, la sua voce era colma di tonalità affettive, sensuali. “Francesco - rispose Lucia, riavutasi dalla sorpresa - quasi non ti riconosco, quanto tempo è passato! Ma sì prendiamo un caffè”. E da quel giorno l’appuntamento al caffè si fece sempre più frequente.
A volte il divenire, ancora a noi estraneo, piomba su noi come una massa possente e problematica. Accadeva a Lucia che, di giorno in giorno, sentiva crescere l’interesse di Francesco su di sé suscitandole un nuovo coinvolgimento emotivo. “Cosa posso fare? -si diceva- Nulla, forse, il resto verrà da sé, come la stagione di questo tardo autunno, che quest'anno si preannuncia bella e con un sole tiepido e allo stesso momento ancora caldo”.
Spesso, dopo il caffè, passeggiavano sulla spiaggia e più intensi si facevano le loro parole. Lui la guardava e diceva: “Io amo il mare, quel mare che vedo nei tuoi occhi così mutevoli nell’onda dei sentimenti”. Lei ascoltava sorpresa, mormorando: “Sì è vero. Cambiano colore i miei occhi mutando condizioni, benessere o malessere”. “Lo vedo- rispondeva lui -ora mi sembrano acque che scintillano al sole”. Barbara, commossa si fece più vicina e lui la baciò. Non si sottrasse e il bacio si fece più intenso e caldo.
Francesco era ingegnere. Faceva progetti e costruiva ville, le belle ville di Forte dei Marmi e da ultimo aveva preso a ristrutturare una casa di campagna, nell’immediata periferia del centro, ereditata dai suoi nonni. La cura che riservava ai lavori di modifica e restauro di quella casa si era intensificata da quando aveva rivisto Lucia, la ragazza dei suoi sogni adolescenziali ed ora vedeva in lei la donna con cui, era ormai sicuro, avrebbe formato famiglia, con tanti figli, in quello splendido casolare.
Il successo professionale aveva rafforzato la sua identità e non sentiva più l’angoscia del vivere come gli accadeva nell’età adolescenziale. In quella fase di vita, nel passaggio dalla campagna alla città, per frequentare le scuole superiori, si era sentito diverso dai suoi compagni cittadini: non vestiva come loro, non aveva un linguaggio facile e forbito, non riusciva a farsi un amico.
Preferiva il silenzio e la solitudine, timido, impacciato e strano agli occhi degli altri. Ma il suo silenzio non era povero come quello di chi è vuoto dentro o non ha niente da dire. Era invece il segno di un modo di vivere pensoso e serio, nutrito dei valori di casa, famiglia, religione e studio. Era la forma mentis di un ragazzo con sane idealità di gentilezza, purità di cuore, sacrificio, onestà.
Queste sue doti infine vennero alla luce negli ultimi due anni del liceo, quando sopravanzò tutti nella media dei voti in ciascuna materia. Vinse numerose gare di matematica, d’informatica e nell’esame di maturità, oltre il massimo punteggio, ebbe anche la lode. Un volo fu poi la sua carriera universitaria e appena a ventitré anni si laureò in ingegneria. Anche l’esperienza della leva militare fortificò il suo essere. Era stato assegnato al corpo aeronautico e conquistò perfino il brevetto di pilota.
Per tutte queste conquiste il suo passato era assunto e vissuto nel presente, ampiamente prodigo di riscatto di tutti gli anni di sottili sofferenze, di sacrificio e di studio serio e cosciente. Ora era diventato uomo capace di decisione autonoma verso l’azione e di dispiegare le sue possibilità più profonde per andare incontro al futuro con gioia e con l’amore di Barbara.

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