venerdì 13 marzo 2020

Magie di strada

Garfagnana (foto ap)
Forza, energia, ispirazione, volontà: qualcosa da usare all’occorrenza. E' la favola della “bacchetta magica”, metafora della speranza ingenua. Che racconta anche una verità: nella ricerca dell’impossibile, è il viaggio stesso che nasconde misteriose sfumature di magia

(ap) Ci vuole poco tempo, non intralcia i tuoi programmi ed è una cosa utile. Hai molti pensieri per la testa e ti riesce difficile fermarti un attimo. A riflettere, e meditare il da farsi. Ma può servirti farlo, ne rimarrai sorpreso e contento. Magari ti propone qualcosa di inatteso, in questi tempi affannosi. Ti regala buon umore, ti offre sollievo. Non è una cattiva idea. Perché non provarci?
La cosa da fare è fuori casa. Questo il primo punto. Non puoi rimanere dentro, devi uscire. Non sarebbe la stessa cosa altrimenti. Lo so, ci sono tante ragioni contro. Abitudini, mala voglia, pigrizia. Persino una voce interiore: insistente e scoraggiante. Che ti fa vedere nero. Come, lasciare casa? Un azzardo. Però, a farti coraggio, ti dico che bastano pochi passi. Non devi andare chissà dove, lontano. So che non puoi nemmeno farlo e non servirebbe allo scopo.
Il posto adatto è vicinissimo a te, non farai fatica. Se non altro per questo, la facilità di raggiungerlo e guardarti in giro. Sono gli stessi luoghi che ti circondano sempre, li vedi intorno, ti danno senso di tranquillità, accade ogni giorno. Del resto, li conosci bene, li hai percorsi tante volte. Quando lo facevi, eri però distratto, e non hai fatto molta attenzione. Sempre di corsa, mai intento a osservare.
Calci, PI (foto ap)
Proprio qui puoi trovare quello che ti serve. Lui, un bastoncino di legno. Non stupirti, proprio un semplice bastoncino, ma non uno qualsiasi, deve avere qualche magica qualità. Diciamo: essere speciale. Certo, ce ne sono di varie specie, e non sempre in buone condizioni. Vediamo. Una buona cosa sarebbe trovarlo in mezzo al muschio sparso per terra, mentre stai percorrendo un sentiero.
Ti stai guardando intorno, con l’aria di chi annusa odori, cerca qualcosa di curioso intorno a sé. E’ mattina, il momento propizio, quello che rende magico lo sguardo. D’un tratto, ti colpisce un profumo particolare, è la resina, sei nel punto giusto.
Il ramo si è appena staccato dall’albero durante la notte, è stato il vento a farlo cadere, poi magari è servito a qualcuno come bastone per appoggiarsi, lo riconosci perché lo trovi su un lato, lasciato lì da chi lo ha usato, e poi non ne ha avuto più bisogno.
Praticamente, senza foglie o nodi, perché è stato già preparato ed è dunque pronto, adatto a realizzare il consiglio che ti sto per dare. Il pregio è proprio questo, la natura si offre da sola, ti viene incontro dandoti una mano: un grande favore per te. Che hai bisogno di trovare uno strumento utile in questo momento.
Potresti però aver voglia di non attendere la buona sorte, in questo caso la folata di vento che ha tranciato un ramo, la mano che prima di te lo ha raccolto, togliendogli le foglie e rendendolo liscio. Capisco, vuoi metterci del tuo nella faccenda. Anche in questo caso, non andare troppo oltre.
Intorno a casa, ce ne sono tanti di alberi. Non c’è bisogno di camminare, allontanarsi, fare fatica. Specie ora, meglio di no. E poi, se approfitti di qualcuno di quei rami che vedi intorno, vuoi mettere il fascino di prepararlo tu stesso perdendoci un po’ di tempo?
Sono tanti i rami utili. Vigorosi come gli alberi che li hanno generati. Aperti tutti intorno, ben tesi a raccogliere l’aria, a gustarla, a offrire con la stagione giusta un sostegno ai passeri in viaggio. Formano un mantello che lascia filtrare spiragli di luce, anche quando il sole è alto.
E’ il momento di fermarsi e di raccogliere le forze, per provare a prenderne uno, di quei rami. Potrebbe essere parecchio in alto. Magari stai pensando che è tutto sbagliato, una fatica inutile, una perdita di tempo con tutto il daffare. E provi esitazione.
Caprera, OT (foto ap)
Non sarebbe più facile nel negozio che offre tutto per il bricolage? Ma, a parte che si trova in città e ti toccherebbe andare più lontano ed ora non è proprio il caso, vuoi mettere? Che gusto c’è a comprarne uno, tra quei bastoncini in mostra sulla rastrelliera? Già belli e pronti. In fila, come soldatini disciplinati e anonimi, così uguali l’uno all’altro. Lisci, lucidi, senza alcuna asperità, perché altri hanno già fatto il lavoro per te.
Ma non sono stati utili: ti hanno sottratto il gusto di andare per la campagna, scegliere, raccogliere e lavorare il ramo. Che è il bello dell’avventura. E poi è insopportabile quell’odore di sostanza sintetica applicata sopra. Altro che profumo di resina. Non vale la pena rinunciare all’impresa di fare tutto da sé.
Da scegliere, ci sono rami di piante nobili, che provengono da alberi importanti, per imponenza e maestosità, come la quercia, per non parlare del pino. Ma poi ce ne sono tanti altri ugualmente adatti, la betulla, l’ulivo, pure belli ed affascinanti, che trasmettono un senso di energia e nello stesso tempo di grazia. Una bella combinazione, che non mi lascerei sfuggire.
Quando ne hai trovato uno, l’importante è che ti sembri adatto e soprattutto che ti piaccia; ecco, prendilo e comincia a prepararlo, ma con calma. Direi con attenzione, persino con affetto, se la parola non ti sembrasse fuori luogo trattandosi di una cosa, non di una persona.
Usa un piccolo coltellino, togli le foglie superflue, qualche ramificazione secondaria. Procedi lentamente e presta attenzione ai nodi: non toccarli, lascia che si vedano: esprimono l’anima del ramo, forse la sua stessa storia, sono come le rughe del viso. Lascia anche la leggera corteccia di cui è ricoperto, appena increspata, con piccole fessure: un segno del vento che a lungo l’ha agitato.
Ecco, è importante che il ramo conservi la sua linea, magari flessuosa, e ondulata, non proprio diritta, diversa una dall’altra. Un’imperfezione che lo rende più affascinante. La lunghezza? Regolati ad occhio, tre o quattro palmi della mano, andrà benone. E’ facile la preparazione, ma servono intuito e cura.
Fregene (foto ap)

Ci siamo. Il lavoro è quasi ultimato, manca solo la rifinitura. Che però non è proprio indispensabile. Potresti farne a meno. E usare il bastoncino così com’è. Al naturale. Già ti vedo impugnarlo dalla parte più grossa, che è il manico, mentre l’altra estremità, piccola ma non appuntita, lasciata più stretta, è quella più interessante.
Lo puoi usare da questa parte come ti pare: per indicare, disegnare, suggerire, farti notare, ammonire. Muovendolo per aria, sul terreno morbido, sulla sabbia, tra le persone stesse. Sembrerebbe un braccio più lungo, è molto di più, qualcosa di diverso. Avrai l’impressione che il bastoncino trasmetta, attraverso la punta, una energia misteriosa, forse perché in quel punto finale si concentra tutta la vitalità dell’albero da cui proviene.
Non ha bisogno il bastoncino multiuso, ora che è dotato di effetti strani, di particolari abbellimenti, che lo snaturerebbero. Al più, solo per rifinirlo, potrai usare un filo di rame, ricco di strani riflessi. Puoi attorcigliarlo sulla punta. E’ sottile, docile, lucente anche di notte. Lo puoi modellare a tuo piacimento per ricavarci qualcosa. Creando una specie di rete o di piccola maglia.
Che ne dici dell’idea di formarci, con quel metallo, una stella? Ha forma semplice, facile da realizzare. La puoi applicare sulla punta per accrescerne il potere. Poi è un oggetto che racchiude in sé un pizzico di magia. Nulla da spartire con il mondo delle stregonerie e degli incantesimi, figurarsi, è qualcosa di molto concreto.
Sta a ricordarti i momenti in cui, da bambino, te ne stavi con gli occhi all’insù, verso il cielo. Ti distraevi guardando oltre la finestra della tua cameretta, e non smettevi di rimanere lì, fermo, per diverso tempo, chissà cosa avrai visto.
E oggi un congegno simile può esserti anche utile. In qualche occasione particolare. Ce ne sarà una in cui ne avrai bisogno. Certo, nulla di paragonabile a una buona lampada o alla torcia dello smartphone. Al confronto, sembra ridicola.
Ma con un po’ di fantasia, alla persa, potresti immaginare che la stella di rame della tua bacchetta sia così miracolosa da regalarti anche un po’ di luce. Te ne potresti servire, in mancanza d’altre risorse. Per orientarti, ora che ti capita così di frequente di incontrare angoli bui.

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