martedì 29 dicembre 2020

Il sapore che rimane dopo il Natale

Le feste e il sapore dei momenti vissuti nel passato

di Cristina Podestà

Ogni anno, per Natale, ho come l’amaro in bocca. Una sensazione di disagio, nonostante tutto intorno sia scintillio e sembra di dover essere felici, quasi per forza. Si saluta calorosamente ogni persona che si incontra, si cerca di essere efficienti al massimo per preparare, comprare, addobbare.
Poi arriva la sera e l’amaro si fa più forte. Talora si finge una allegria un poco forzata perché c’è qualcosa che non rende giustizia alla festa che ci apprestiamo a vivere. Come mai? Se stringiamo gli occhi però la risposta arriva, da sola e senza sforzo. 
Appaiono i Natale con i nonni, le tavolate più lunghe, noi bambini e lo stupore negli occhi a vedere quei pacchetti che, aperti, contenevano magicamente ciò che avevamo tanto desiderato e segretamente confidato solo alla lettera inviata per posta a Babbo Natale. 
Il rituale della festa era andare a prendere, insieme a papà, la vecchia zia, che aveva sempre un regalo per noi lasciatole in anticipo da Gesù Bambino. Crescendo poi il Natale era sempre una attesa di cose belle e di tempi migliori. 
Alla messa di mezzanotte il coro cantava le più belle canzoni della tradizione. Oggi le cantano in televisione, ma usano strumenti diversi: hanno perciò un sapore differente rispetto al semplice organo solenne della chiesa. 
E ancora sovviene un Natale dolcissimo per una notizia segreta ma immensa, di una attesa meravigliosa per l’anno a venire; la gioia di avere uno in più in famiglia. Molti Natale speciali, specialissimi, al profumo di legna ardente nel camino grazie alla nonna che curava con amore profondo proprio il ciocco. E tante altre sfumature che si possono rivivere, si sentono aromi, gusti e profumi. Anche sapori amari.
Forse l’amaro è sintomo di mancanza, di privazione, del non aver saputo apprezzare adeguatamente “quel Natale”. Asciugandoci gli occhi, veniamo a capire che, se si andrà avanti, anche questo Natale, così anomalo e in solitudine ci potrà sembrare bellissimo, dolce e ricco di bontà. 
Godiamo allora del momento presente. Il passato è in noi con tutte le persone care che ci hanno arricchito e fatto godere momenti speciali, che ci hanno aiutato a trascorrere dei Natale sereni e di gioia e che, anche se fisicamente non sono più, sono sempre presenti perché li portiamo dentro in modo indelebile e radicato.
Il Natale futuro è una grossa incognita, strana, che spaventa un po’, con tante incertezze. Dunque forza presente, sii gioioso come conviene, sii festoso.

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