venerdì 11 dicembre 2020

Una mattina di dicembre

Il paesaggio cupo, il temporale, il vento che spazza le strade

di Cristina Podestà

Dopo giorni di pioggia battente e di libeccio tempestoso, oggi un sole pallido e delicato fa capolino, dietro la collina ad est. 
Il paesaggio è impregnato di umido, le piante ancora appesantite, le case con i tetti di un colore più denso, madido e molle a causa della pioggia.
Un cielo cupo e solitario si affaccia da un vetro della finestra, e solo una parte di un’altra stanza appare illuminata appena da una luce soffusa che viene da fuori. 
Il vento fischia e la grandinata di poco fa ha lasciato sui terrazzi e ai lati della strada un bianco manto che par neve. 
È l’inverno alle porte che si è già manifestato con qualche giorno di anticipo. E gli olivi fanno cadere gli ultimi frutti, l’abete, a quel sole, luccica di goccioline come se fosse addobbato di perle, la magnolia in giardino ha perduto un ramo nella furiosa tempesta di ieri. 
Un brillio mi acceca per un momento, mi volto di scatto ma è solo uno specchietto di un’auto in movimento che mi ha colpito l’occhio. Una signora imbacuccata col cane al guinzaglio passa sotto casa, un po’ traballante e con passo incerto. 
È una mattina di dicembre di un anno difficile ma oggi, dopo giorni di temporali e vento forte, è spuntato quel raggio di sole che mi ha fatto guardare fuori dalla finestra.

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