Inseguendo Pan

Straniero, nell’ascolto delle voci


di Bianca Mannu

Da dietro il rialzo scabro –
memoria d’un colle d’erba –
tracima sonante l’orda degli ovini
e l’abbaio dei suoi birri-cani
L’urlo cadenzato del mandriano macchinato
cade su tutto - come l’ordine del generale
sulle truppe in marcia e sul destato sito:
a sprone dei transumanti evoca di gola 
la sosta olente del notturno ovile 
Chi m’è simile in ascolto rivisita 
l’agreste cacofonia d’un’altra vita
e non gli punge l’esservi straniera
Il bosco e gli uliveti arretrano infoltiti
nell’ambiguità dell’ombra e del lontano -
ma come un sogno al termine: sublime

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