domenica 5 settembre 2021

Morsi di felicità

Attimi per non perdere tutto


di Marina Zinzani

Non farò il difficile e anche se non sarà la felicità perfetta non farò lo schizzinoso. Mi prenderò tutta la felicità che posso prendere. (Charles Bukowski)

Quello che eri, quello che sarai. Cammini come se il tragitto fosse lungo, e anche un po’ noioso a volte, pieno di cose ripetitive e obbligatorie, l’obbligo è un vestito che ti hanno cucito addosso, puoi provare a togliertelo per poco tempo, qualche istante. Ti sembra di respirare, ma già il pensiero va a ciò che ti attende, altri obblighi, il vestito lo devi rimettere.
E così via, scorre così la vita, e i pensatori di ogni tempo hanno cercato di dare voce a quello che c’è sotto il vestito, all’anima, allo spirito, all’inconscio, a quella parte vibrante che un tempo era libera, da qualche parte.
I pensatori hanno trovato parole, concetti, filosofie, per poter ridare a quell’uomo ristretto nel suo vestito una piccola parentesi di libertà, e farlo avvicinare il più possibile al mondo delle anime leggere, che vedono più delle altre, che sanno gioire più delle altre, perché hanno conosciuto un’infinita tristezza, prima, da qualche parte.
La felicità presa a morsi, rivendicata, è qui, ora, e me la devo godere. Così devi pensare, tu che cammini con il passo incerto, soldato della Prima Guerra Mondiale, o di ogni altra guerra, il campo attorno a te è pieno di volti che non ci sono più.
Prendila a morsi la felicità, sentila, avvertila quell’anima sotto il vestito troppo stretto, anzi, strappalo, fallo a brandelli, urla, reagisci, rivendica la tua parte di vita, la tua parte di vita.
Una birra in compagnia, ricordando il tempo che fu, una parentesi amena, una serenità che gli dei ti regalarono.

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