di Marina Zinzani
Si fanno incontri imprevisti a volte. Si prendono strade che non si sarebbe mai pensato di percorrere. E si è disorientati. Arrabbiati. Sgomenti. Increduli. Soli.
A volte l’ospite inatteso è un evento, un dolore grandissimo, la perdita di una certezza, un baratro che si apre, un lutto, e di lutti possono essercene di diversi tipi.
C’è un lutto anche se l’altra persona è ancora in vita, ma ha spezzato il cuore o ha semplicemente deluso.
A volte l’ospite inatteso è una malattia non necessariamente propria, può essere di qualcuno che amiamo.
La selva oscura, la strada buia, perdersi nel bosco di notte, ululati di lupi, passi inquietanti che sono dietro le spalle, come qualcuno che ci segue ed è pronto a prenderci, a tapparci la bocca, a strozzarci.
Dolori e Dio che dà la forza, pensa qualcuno. Il contraltare del male che ci appare sotto forma di una persona che ci tende una mano, oppure quando si pensa di essere davvero soli, una voce dentro si leva e ci dice “coraggio”. Una forza venuta dal profondo, magica, si fa strada e si esprime con un pensiero, con un’idea, con il coraggio che si dà a sé stessi.
Allora si avverte l’alba, le prime luci dell’alba, e si allontana la notte con i suoi incubi, i suoi fantasmi. Si guarda in alto e attorno ci si accorge della bellezza di una foglia, di un albero, si cammina sull’erba, e si sente che un po’ del sole del mattino irradierà il nostro viso.
Cosa è cambiato? Sono arrivati dei doni? Forse no, se si guarda da un lato puramente materiale. Però può essere cambiato il modo di vedere le cose, di viverle, assaporando ogni giorno, ogni momento, senza pensare al domani e alle sue incertezze.
Il dono di certe situazioni difficili può essere impalpabile. Però se ci si ferma un attimo, si riesce a cogliere qualcosa nel silenzio della propria fragilità. È il dono di chi cerca una via d’uscita e si guarda attorno, e in questo cercare incontra la bellezza sotto qualche forma, la sente, la respira, non arrendendosi.
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