(Angelo Perrone) Quando si parla di indipendenza della magistratura, non si tratta di un principio astratto o di una questione che riguarda solo gli addetti ai lavori.
È una garanzia concreta che tocca la vita di ognuno di noi, in situazioni che possono capitare a chiunque.
Senza una magistratura indipendente, il datore di lavoro potrebbe contare su pressioni esterne per influenzare il giudice, rendendo vana la tutela dei diritti del dipendente. L’indipendenza del giudice, invece, assicura che la decisione sia basata solo sulla legge e sui fatti, non su interessi di parte.
Oppure immaginiamo una famiglia che subisce un abuso edilizio: un vicino che costruisce illegalmente, bloccando l’ingresso altrui o occupando spazi comuni. Senza una giustizia autonoma, chi ha più potere economico o relazioni influenti potrebbe far chiudere un occhio alle autorità. Ma se il giudice è libero da condizionamenti, la legge viene applicata in modo uguale per tutti.
Un altro esempio è quello di un piccolo imprenditore truffato da un fornitore disonesto. Se la magistratura non fosse indipendente, le indagini potrebbero essere rallentate o insabbiate per favorire chi ha più peso politico o economico. Invece, un sistema giudiziario autonomo garantisce che il caso venga esaminato con imparzialità, senza sconti per nessuno.
Anche chi denuncia reati ambientali, come lo smaltimento illegale di rifiuti o l’inquinamento di un fiume, ha bisogno di una giustizia che non si pieghi a pressioni. Se i pubblici ministeri fossero soggetti a controlli esterni, le inchieste sui potenti potrebbero essere bloccate prima ancora di iniziare.
L’indipendenza della magistratura non è un privilegio, ma una garanzia per tutti. È ciò che permette a un cittadino di sapere che, di fronte a un torto, lo Stato interverrà senza guardare in faccia a nessuno. È la certezza che, in un processo, a contare saranno le prove e le leggi, non le raccomandazioni o le minacce.
Questa autonomia non è un lusso, ma una condizione necessaria per vivere in una società dove i diritti non sono solo scritti sulla carta, ma protetti nei fatti. È il fondamento di una democrazia che funziona, dove la legge è uguale per tutti, senza eccezioni. Ecco perché difenderla non è un atto di conservatorismo, ma di responsabilità civile: perché la giustizia, quando è davvero indipendente, è l’unica che può dare risposte concrete alle persone.

Nessun commento:
Posta un commento