Passa ai contenuti principali

Il Karma non colpisce: chiudere la porta al male ricevuto

(Marina Zinzani) ▪️Si incontrano nella vita persone che ci hanno fatto dei torti. Sono persone che hanno ferito, deliberatamente e non per caso. Persone furbe che non pagano.

Chi ferisce non paga mai

Una nazione ha conosciuto gli orrori di una dittatura. Persone che hanno agito con metodo verso vittime innocenti, provocandone la morte, delle torture, inaudite sofferenze. Persone che non hanno pagato. Dittatori che sono morti in tardissima età nel loro letto.
Un ragazzo andava a scuola e gli piaceva studiare, aveva dei progetti, dei sogni. Si impegnava perché da grande avrebbe seguito la strada che desiderava, una costruzione fatta giorno per giorno. Poi dei bulli l’hanno preso di mira. Dei bulli senza un vero volto, un nome preciso, cose da ragazzi che ci sono sempre state, ha liquidato qualcuno.
E lui era sensibile. Troppo. Come se essere sensibile fosse una colpa. Il ragazzo con dei sogni si è ucciso un giorno. E i suoi torturatori non hanno pagato. Mai. Hanno fatto vite normali, avuto mogli, figli. Tutto a posto.

Il paradosso dell'ingiustizia: storie di chi non paga

Una donna, subdola, con la furbizia di una volpe e i passi felpati di una tigre, si è inserita in una famiglia in difficoltà. Di fatto ha rovinato il matrimonio. La moglie è stata lasciata, le si sono attribuite tante colpe, non ha curato bene il rapporto con il marito, si è lasciata andare, era troppo stressata, troppo impegnata nel crescere i figli.
La moglie è rimasta in difficoltà economiche, con un pugno di mosche. Ora lui ha avuto un figlio dalla nuova donna, non paragonabile in nessun modo alla moglie, in fondo una sempliciotta. L’altra ha charme, ha qualcosa che ha fatto scoprire al marito nuove emozioni, una nuova vita.
Amiche invidiose hanno messo in giro delle chiacchiere. La vittima non è come loro. È diversa, e più educata, più studiosa, più timida. Queste sono prepotenti. Siamo lontani dai tempi dell’Ottocento, quando la donna appariva delicata come un fiore. Ora le ragazzine sanno essere peggio dei maschi.
Picchiano anche, fanno dispetti, mettono in difficoltà appena possono, si è scoperto così che le ragazzine sanno essere anche più bulle dei maschi. Quando non ci sono stati fatti evidenti, si è ricorso alla chiacchiera malevola per denigrare la ragazzina diversa, per farle il terreno vuoto attorno. Anni dopo, quelle bulle continuano la loro vita serenamente, chi si è fidanzata, chi si è sposata, chi ha avuto figli fra la gioia generale. Hanno anche un buon lavoro, guarda caso, e d’altronde qualche conoscenza di papà è stata utile. 
Lo studente che sognava il suo futuro. Ha studiato tanto per un concorso. Ha passato giorni e giorni chiuso in casa per prepararsi. Quel posto avrebbe creato le basi per il suo futuro. Pensava che studiando, applicandosi, ci fosse un merito, alla fine.
Invece quel posto l’ha avuto uno che conosceva, che ha fatto capire che qualche aiuto l’ha avuto, perché un amico di famiglia conosceva questo, che conosceva quello, e così il concorso l’ha vinto lui. Ora è lì, nel suo posto, e nessuno lo smuoverà fino alla pensione, ha una vita tranquilla, si è creato anche una bella famiglia, ha due bambini.

🚫 Il karma non colpisce: la necessità della resa

Qualcuno, ogni tanto, evoca il karma. Alla fine tutto si paga. La ruota gira, dicevano i vecchi. Vedrai che quello pagherà un giorno. Vedrai che fra anni toccherà a uno della sua famiglia una certa situazione, e poi capirà cosa vuol dire il male che ha fatto. C’è il karma, prima o poi i conti si presentano, la vita li presenta, Dio li presenta.
E invece no. Il karma non colpisce. Bisogna farsene una ragione. Le vittime devono farsene una ragione ed andare avanti come possono. Senza aspettare vendette. Il detto “siediti sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del tuo nemico” può richiedere tempo, un tempo infinito. Per paradosso, se un giorno passa quel cadavere, la cosa non interessa più.

🧘 Il potere stoico del pensiero: chiudere la porta al male

Evocare il karma significa dare ulteriore importanza a queste persone. Rimanere legate a loro, a una certa situazione attraverso il pensiero non fa altro che perpetuare i loro danni. E così la negatività continua ad essere presente proprio attraverso i pensieri, e quindi in noi. Gli Stoici davano così importanza al potere del pensiero, e non solo loro. Con il pensiero si può chiudere una porta. Bene. Le cose sono andate così. Io sono io, una vittima forse, ma vivo nella mia quotidianità fragile. E per il resto, chi se ne frega.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📰 Gli “anni di piombo”: Storia, memoria e l’intreccio del destino individuale

(Introduzione a Daniela Barone). Un viaggio intimo nella memoria degli “anni di piombo”, dove la Storia non è solo cronaca, ma destino individuale. L'autrice ci guida attraverso i momenti chiave del terrorismo italiano, dal dolore per l'omicidio Moro alla sorprendente coincidenza che lega la sua vita privata a una figura centrale della lotta al terrorismo. Un pezzo che dimostra come i grandi eventi nazionali lascino tracce indelebili e inattese nella vita di ognuno. (Daniela Barone - MEMORIA) ▪️ Gli “anni di piombo” sono un ricordo indelebile nella mia mente. Le Brigate Rosse avevano sconvolto il nostro Paese, non solo la mia Genova di giovane donna. Nel libro “ Che cosa sono le BR ” di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini che lessi nel 2004, mi colpì una frase di quest’ultimo: « Partimmo alla conquista di un nuovo mondo ma non ci rendevamo conto che, in realtà, aiutavamo a puntellare quello vecchio .» L’uomo, uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica, rivela nel ...

📝 A gran salita gran discesa: la fatica e la caduta dopo il successo

(a.p. - Introduzione a Laura Maria Di Forti). Il proverbio di oggi: “ A gran salita gran discesa. ” La fatica che spesso accompagna il successo, ma anche la severa lezione che la superbia precede la caduta. Cosa ci riserva il futuro? La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco , Tra i due litiganti il t...

💔 Ti regalo la mia assenza: l’addio lacerante tra passione e diversità

(Introduzione a Laura Maria Di Forti). L'amore più vero e passionale può scontrarsi con l'insormontabile muro della diversità di carattere? Questa lettera d'addio di Laura Maria Di Forti svela il conflitto tra l'ego narcisista e la forza di un sentimento immenso. Un addio straziante, dettato dalla consapevolezza che due "parallele non si incontreranno mai", ma necessario per garantire la felicità altrui. Leggi la riflessione sul dolore della separazione e il coraggio di farsi fantasma. (Laura Maria Di Forti - LETTERA) ▪️ Caro amore mio, ti dico addio, addio per sempre. Lo so, sono stata superba, egocentrica, mi sono rivelata una sciocca narcisista, una donna insensata, forse troppo pretenziosa, all’apparenza persino superficiale. Ma io ti ho amato. E l’amore, quello vero, immenso, romantico e senza limiti, senza raziocinio, l’amore puro e fruttuoso di passioni, questo amore che io sento dentro di me e per te solo, mi aiuterà a sconfiggere l’ego che alberga so...

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...