Carceri: l'emergenza dimenticata, tra suicidi e riforme di bandiera
(a.p.) ▪️Sistema carcerario italiano. Per affrontare l’emergenza, un gruppo di professori, magistrati e avvocati ha lanciato, a fine estate, un appello in una lettera aperta ai presidenti del Senato e della Camera, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Giustizia. Tra i firmatari, Gian Luigi Gatta (Associazione italiana dei professori di diritto penale), Cesare Parodi (Associazione nazionale magistrati), Francesco Petrelli (Unione camere penali italiane). La convergenza di diverse professionalità conferisce autorevolezza al documento.
🚨 La crisi dei numeri: suicidi e dignità negata
Il testo ricorda la drammatica situazione dei suicidi in carcere, con 56 casi dall'inizio dell'anno e 7 solo ad agosto. Queste cifre sono indice delle «inaccettabili condizioni di vita» e della situazione di cronico sovraffollamento che mina la funzione rieducativa della pena e viola i principi costituzionali di dignità umana.
Gli estensori della lettera sottolineano che il numero dei detenuti è di gran lunga superiore alla capienza regolamentare, causando conseguenze devastanti sulla salute fisica e psichica dei detenuti e compromettendo anche la sicurezza e la coesione sociale.
🛠️ Le contromisure: deflazione e potenziamento organici
Per risolvere la questione, l'appello propone interventi concreti.
Misure di deflazione carceraria (estensione della liberazione anticipata per i detenuti che si trovano nella parte finale della pena e ampliamento delle pene sostitutive per pene detentive brevi).
Potenziamento degli organici e delle risorse (incremento del personale degli Uffici di Sorveglianza e del personale sanitario e di supporto psicologico).
Revisione delle politiche penali (introduzione di pene meno afflittive per determinate tipologie di reati, al fine di ridurre i casi di custodia in carcere).
🔇 L'urgenza ignorata e le priorità politiche
Ciò che l'appello mette in luce è il contrasto tra l'urgenza di affrontare l’emergenza e il silenzio del governo e del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che si sono finora sottratti a ogni confronto su questa problematica.
Il silenzio spicca ancora di più se si considera l'impegno del governo in altre riforme, come la separazione delle carriere della magistratura, percepita come un vero e proprio "stravolgimento" della Costituzione. L'emergenza carceraria invece, problema che riguarda le condizioni di vita e la dignità umana di tanti, attende ancora interventi concreti.
(Disegno: una stanza di prigione con una grande finestra sbarrata, attraverso la quale filtra una luce intensa. Una folla di figure umane anonime e spoglie, simili a statue o silhouette, sono affiancate e accalcate, simboleggiando il sovraffollamento e la disumanizzazione.)

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