domenica 8 novembre 2020

Il dio della nostalgia

di Marina Zinzani

(Angelo Perrone) Cosa rimane degli “altri dei”? La vetta del monte Olimpo era spesso coperta di neve e nuvole spesse coprivano la punta, rendendola invisibile agli umani. Il luogo ideale dove, secondo la mitologia greca, collocare la dimora degli dei.
Lì essi governavano le cose del mondo. Il loro volere era mutevole ed incostante, bizzoso e magnanime, scontroso e amorevole. Ciascuno incarnava un sentimento o un’idea, un vizio oppure una nobile speranza. Qualcosa ben conosciuto nel mondo umano sottostante, ma espresso in altro modo con un valore simbolico.
Smentito il mito “divino” dell’Olimpo, è rimasto il mondo, travagliato e altrettanto insondabile, dell’animo umano. I suoi risvolti – dismesse le vesti degli antichi “dei” - sono al centro delle pagine dell’autrice dei testi qui pubblicati.
Dopo “Il dio della verità”, “Il dio delle passioni”, “Il dio della guarigione”, "Il dio della speranza", ecco “Il dio della nostalgia”.

Appare sempre con una valigia, il dio della nostalgia. E’ un ospite inatteso, ed appare di solito col volto di una donna gentile, con un tocco di passato che si manifesta nel vestito, nella veletta che ha sul volto.
Entra di soppiatto nelle case e si avvicina ad un uomo che ha un momento di debolezza, di solitudine. Si avvicina con la sua valigia e la apre, e un insieme di delicate sensazioni colpiscono il cuore dell’uomo. Luoghi, volti, essenze: la valigia del dio della nostalgia è magica, basta aprirla e appare quello che di bello c’è stato nella sua vita.
Il Tempo accompagna sempre il dio della nostalgia, il Tempo si apre come un libro, la vita appare come un insieme di pagine sfogliate e lui con il suo dito indica di fermarsi lì, su quella pagina.
E’ un dio che ha qualcosa di crudele però, e così i ricordi della persona visitata, arrivati misteriosi, affascinanti, in grado ancora di accendere  il cuore, di portare in luoghi remoti del tempo vissuto, portano anche una nota struggente, che ha il sapore amaro del rimpianto.
Si lascia andare ai ricordi la persona solitaria, la sequenza della vita gli passa davanti, e sente che ne ha vissuto veramente solo dei granelli,  seppur preziosi. 
Si alza un filo di vento che muove la tenda della finestra. E’ scivolato  via il dio della nostalgia, e con esso le immagini misteriose arrivate all’improvviso, stupende, piene d’amore, irripetibili.

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