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Il dio delle passioni

Afrodite di Cnido, Museo nazionale Roma
di Marina Zinzani

(Angelo Perrone) Cosa rimane degli “altri dei”? La vetta del monte Olimpo era spesso coperta di neve e nuvole spesse coprivano la punta, rendendola invisibile agli umani. Il luogo ideale dove, secondo la mitologia greca, collocare la dimora degli dei.
Lì essi governavano le cose del mondo. Il loro volere era mutevole ed incostante, bizzoso e magnanime, scontroso e amorevole. Ciascuno incarnava un sentimento o un’idea, un vizio oppure una nobile speranza. Qualcosa ben conosciuto nel mondo umano sottostante, ma espresso in altro modo con un valore simbolico.
Smentito il mito “divino” dell’Olimpo, è rimasto il mondo, travagliato e altrettanto insondabile, dell’animo umano. I suoi risvolti – dismesse le vesti degli antichi “dei” - sono al centro delle pagine dell’autrice dei testi qui pubblicati.
Dopo “Il dio della verità”, “Il dio delle passioni”.

Non ci sono parole per descrivere il dio delle passioni, perché è uno degli dei più affascinanti, che non smette mai di stupire. Si presenta come un giovane che sembra uscito da un dipinto di Caravaggio, o dalla forza e dall’armonia suggerita da Michelangelo, o come quei dipinti di Rubens pieni di colore e opulenza.
Ovunque va, porta il suo contributo benefico, i suoi innumerevoli regali. Gira con una sacca piena di libri, ma anche di altri oggetti che ispirano desideri da realizzare, che regalano sorrisi. 
Ama l’antico, la storia, la letteratura e tutte le arti in generale, e si contorna di ninfe delicate che ascoltano le sue storie, che si deliziano delle sue parole e dei suoi doni. Conosce le leggi delle anime, i segreti della natura, i fuochi che accendono interessi ed illuminano delle vite: la sua cultura è sterminata ma lui, che è un dio generoso, vuole condividerla con gli uomini, vuole dare alla loro vita un senso. 
Anche la sua capacità di far battere i cuori fra gli innamorati è un grande merito di cui segretamente si vanta. A volte però gli uomini non comprendono la bellezza delle sue parole, non ne vedono l’intensità che porta dritto quasi al paradiso, le lasciano decantare, lo mettono da parte. E allora lui si ritira, eroe solitario e inascoltato, e ne soffre.
E’ evocato da chi mantiene la porta aperta in attesa di qualcuno, di qualcosa che possa dare un senso alla propria vita.

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