📸 Steve McCurry in Italia: il Reportage "Tribute to Italy" e la sua arte
(a.p.) ▪️ Steve McCurry non è solo un grande fotografo. Figura di spicco della Magnum Photos, con uno sguardo ancora limpido e penetrante, ha sperimentato generi diversissimi: dalla foto di strada al ritratto, dal reportage di guerra al racconto sociale. È, essenzialmente, un poeta dell’immagine.
Il suo scatto più famoso, come non ricordarlo, è la “Ragazza afgana” del 1984, pubblicata su National Geographic Magazine. Due occhi verdi, intensi e indimenticabili, a perforare l’obiettivo e la nostra coscienza. Un simbolo dei conflitti e, al contempo, un emblema senza tempo della bellezza corrotta dalla tragedia. Il successivo raffronto con la stessa persona, Sharbat Gula, fotografata molti anni dopo in età adulta, confermò quanto il fotografo avesse saputo intuire nella bambina di appena 10 anni: l’anticipazione di un destino complesso, privo di dignità e di senso.
🇮🇹 Tribute to iIaly: lo sguardo profetico
Proprio lui, il fotografo dalla mano profetica, ci ha sorpreso con il reportage «Tribute to Italy», un omaggio al Paese e alla sua storia. Un vero e proprio atto d’amore. «L’Italia mi ha richiamato a sé più volte di quante ne avrei contate», ha spiegato McCurry, descrivendola come «un sogno che ritorna per tutti», senza timore di cedere al sentimentalismo o ai luoghi comuni.
L’attualità non è l’oggetto della raccolta, non ne fa da sfondo. Il quadro proposto da McCurry è altro, diverso è il senso. La raccolta è composta da immagini eterogenee, persino datate, raccolte in una vita da fotografo sempre attratto dal mistero chiamato Italia. Sono tasselli di una ricerca e di un’indagine che non ha mai smesso di incuriosire e destare stupore. È una sorte di ritratto che riguarda non solo le cose osservate, ma anche il modo di guardarle: la capacità di catturare la realtà attraverso un particolare, come sanno fare i grandi fotografi di ogni tempo.
🎨 L’enigma della gioia di vivere
Le immagini spaziano tra malinconia e allegria, solitudine e gruppo. Paesaggi e città: da Venezia alla Sicilia, dai borghi umbri (sua grande passione) alle campagne laziali. Sono frammenti di vita, soprattutto tanti piccoli gesti di uomini, donne e bambini. È un ritratto che suona familiare, in cui ci riconosciamo in pieno, specchio del nostro modo di essere. Quale? «Vivere pienamente», prova a intuirne il senso McCurry. Forse doveva essere un osservatore esterno a rivelarne la natura, senza peraltro riuscire a catturarne del tutto lo spirito. Un enigma, anche per ciascuno di noi.
L'Italia si rivela come momento di un viaggio interiore, più che materiale, esplorazione dei misteri dell’esistenza e non solo dei suoi luoghi più famosi. Sulle orme, si direbbe, di tanti altri che hanno compiuto lo stesso tragitto, da Johann Wolfgang von Goethe (Viaggio in Italia) a Ernest Hemingway (Di là dal fiume e tra gli alberi). Se l'animo degli italiani ha mostrato coraggio e gioia di vivere anche nelle circostanze più difficili, tutte queste cose non fanno che aggiungersi alle scoperte che McCurry aveva già fatto in precedenza e sedimentato a lungo. C’è molto altro, nella dichiarazione d’amore di Steve McCurry per l’Italia.
Foto Steve McCurry.
1. Umbria. Ritratto ravvicinato di una giovane donna con occhi azzurri penetranti.
2. Afghanistan. La "Ragazza afgana" (Sharbat Gula), emblema universale di tragedia e bellezza.
3. Roma. L'innocenza e la gioia di vivere italiana, un frammento colto nella capitale.
4. Valle d'Aosta. I contrasti del Paese: la vita quotidiana e il gioco sullo sfondo della grande storia italiana.
5. Umbria. L'arte, la storia e la vita che si fondono.
6. Wikipedia. Steve McCurry, il poeta dell'immagine.






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