giovedì 23 aprile 2020

Il coraggio delle donne

Gli esempi di donne che ci insegnano la strada in questi tempi difficili e faticosi, ricordiamolo nel dopo Covid-19

di Sonia Scarpante *

Se di cambiamento dobbiamo parlare, allora proiettiamoci verso un futuro che dobbiamo imparare a proteggere e a vedere positivo dal punto di vista ambientale e delle scelte comunitarie. Siamo segnati da esempi di valore che non possono sfuggirci.
Fra questi Liliana Segre che tanto ci aiuta ad entrare nel significato importante di rivalutazione memoriale e di costruzione del futuro attraverso atti di fiducia e di coesione sociale.
Se ci inoltriamo nel concetto di rispetto della natura, non possiamo non imbatterci nell’esempio virtuoso di Greta Thunberg che visibilmente ha dato spazio al suo grido di dolore per le nostre rinunce di appartenenza a ciò che ci rigenera e ci aiuta ad evolvere. E anche la stessa Carola Rackete non si è spesa forse per infonderci quel concetto ampio di “Comunità di Destino” (Eugenio Borgna) di cui noi dobbiamo sentirci parte integrante e attiva?
Da questa comunità solidale non possiamo pensare di scorporarci perché altrimenti il rischio è alto, il rischio è di affondare in una panacea di conformismo aberrante.
E’ come se nel nostro delirio di supponenza ci mal nutrissimo, inseguendo mete inappaganti che ci disorientano e ci portano in terre estreme e disumanizzate. Solo nel valore della socialità equa possiamo trovare espressione congrua e conferma al nostro esserci, solo così possiamo sentirci sani e meritevoli.
Queste sono donne a cui ne potremmo aggiungere molte altre, che si sono occupate e che si adoperano per la cura della comunità, per la cura della natura da cui discendiamo come esseri umani.
La loro non è una cultura volta alla mistificazione del sé con la costruzione di inette relazioni. E’ come se nello sporco della nostra umanità si volesse mettere, da parte loro, mano per creare ordine, pulizia, decoro. I loro sono ottimi esempi di perseveranza e di cura.
Vogliamo veramente parlare coerentemente di un percorso di cura finalizzato al benessere sociale? E allora sporchiamoci le mani, usiamo la loro audacia come atto umano perseguibile, esempio da spingere nella nostra singolarità; tiriamoci su le maniche e guardiamo a queste donne intessute di dignità, di capacità etica. E ognuno di noi faccia la sua parte scommettendo su se stesso per ampliare quel loro tributo che non è cosa assodata, scontata.
Il loro è un encomiabile tributo sociale e va valorizzato senza mai stancarci di farlo, soprattutto in questi nostri tempi. La nostra storia ci sta indicando questa strada e se ci pensiamo bene sono proprio gli uomini e le più alte cariche dello Stato e della Chiesa a spendere parole propositive e fortunate a tale riguardo.

* Presidente dell’Associazione La cura di sé

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