(Angelo Perrone) Lo chiamano quartiere, ma non lo è, almeno a considerare le dimensioni di Roma. Il nome lo deve al suo inventore, l’architetto Gino, che ebbe l’idea e fu incaricato di realizzarla. Lo fece a inizio secolo, l’altro ovviamente, e così nacque la maggior parte di quei villini nel quartiere Trieste.
Lo definiscono pure un complesso architettonico, però il concetto non si adatta, è riduttivo. Il cuore comunque è piazza Mincio, ad attrarre i visitatori è la fontana delle rane. Ci si fanno le foto, in tanti. Gli innamorati si scambiano teneri baci. Sono tentati di buttare la monetina nell’acqua, manco fossero davanti alla Fontana.
E, secondo il punto di vista, davanti o dietro l'osservatore, spiccano i villini delle fate. Dicono che ci siano davvero, quegli esseri magici, chissà. Basta fare due passi per curiosare ancora, come non bastasse quanto si è già visto, ed ecco il Piper di Patty Pravo, molti ricordi, ma è un'altra storia.
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