di Marina Zinzani
Pedro Almodovar ci regala un film diverso dai precedenti. “La stanza accanto” è un viaggio dentro un’amicizia e dentro la scelta terribile di una donna.
Il film, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta di due amiche, Martha ed Ingrid, che si ritrovano dopo anni. Martha, malata terminale di un tumore, chiede ad Ingrid di passare con lei i suoi ultimi giorni. Vuole andare via da New York, in un luogo appartato, ed ha previsto tutto: ha comprato una pillola sul dark web che le permetterà di porre fine alla sua vita, quando lei lo deciderà.
Non vuole tornare in ospedale, non vuole avere inutili sofferenze. Ingrid dovrà solo dormire nella stanza accanto alla sua. Quando un giorno la porta di Martha rimarrà chiusa, quello sarà il segnale che tutto è finito, che la pillola è stata presa.
Ingrid non vuole accettare, le sembra una follia, ma alla fine cede. Affittano una casa fra i boschi, ed Ingrid starà accanto all’amica, la sosterrà fino all’ultimo.
Il tema del film potrebbe essere, oltre all’eutanasia, anche il tempo che rimane, e come viverlo. Un’amicizia che può essere accompagnamento amorevole. La vita che penetra comunque, nonostante la morte annunciata. Penetra attraverso il sole che accarezza i corpi distesi su una sdraio, immagine che ricorda tanto un quadro di Hopper, penetra attraverso l’immensità degli alberi e una passeggiata nei boschi, penetra suscitando risate come quando si era bambini, guardando un film di Buster Keaton.
La vita penetra riguardando “The Dead – Gente di Dublino”, che riporta il racconto struggente di James Joyce, quella neve che cade, cade ovunque, cade su un cimitero, cade su tutti i vivi e i morti. La vita si sente, si percepisce, penetra attraverso i ricordi di un libro, attraverso la vita di Virginia Woolf, penetra anche attraverso le parole disorientate di un amico, che racconta il suo disincanto per questo mondo e per come è diventato. E la vita penetra attraverso i conflitti famigliari mai risolti, per ciò che ha lasciato in molti il Vietnam. La vita che non si arrende, che si respira fino all’ultimo. E che continua.
Un grande film, commovente e forte, con due meravigliose attrici, Julianne Moore e Tilda Swinton, che scendono nelle dimensioni più profonde dell’animo umano, riportando le fragilità, le paure, la voglia di vivere, e anche quello che non sfiorirà mai.
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