(a.p. – Introduzione). In questo spazio riscopriamo l’anima della Legge attraverso i percorsi di chi ha servito lo Stato con dedizione. Conoscere le storie e l'umanità di questi magistrati è un atto di memoria, e uno strumento essenziale per orientarsi oggi. Comprendere il valore dell'unità della giurisdizione attraverso i loro esempi è il primo passo per una scelta consapevole in vista del prossimo voto referendario.
Il profilo e il percorso
Simbolo della lotta alla criminalità organizzata, Antonino Caponnetto è stato il successore di Rocco Chinnici alla guida dell'Ufficio Istruzione di Palermo. Fu lui a voler riunire Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta nel Pool Antimafia, intuendo che solo una squadra unita poteva affrontare un nemico così complesso. La sua carriera è stata segnata da una profonda versatilità, avendo servito lo Stato in diverse vesti: da pretore a Prato a sostituto procuratore a Firenze, fino ai vertici della giurisdizione.Il lato umano: la mitezza come forza
Uomo di straordinaria eleganza interiore, Caponnetto non amava i riflettori. Chi lo ha conosciuto ricorda il suo sguardo malinconico ma fermo e la capacità di ascolto che metteva a disposizione dei "suoi ragazzi" del Pool, verso i quali nutriva un affetto quasi paterno. Amava definirsi un "sopravvissuto", portando su di sé il peso del dolore per la perdita degli amici e colleghi, ma non ha mai smesso di testimoniare."Non ero che un modesto magistrato di provincia che aveva l'unico merito di non aver detto di no." — Una frase che racchiude tutta la sua umiltà e il senso del dovere.
L'unità della giurisdizione come magistero
L'aver esercitato sia la funzione giudicante che quella requirente gli ha permesso di acquisire competenze trasversali e una sensibilità unica nella conduzione delle indagini. Per Caponnetto, il passaggio tra le funzioni non è mai stato un limite burocratico, ma l’arricchimento professionale fondamentale per costruire impianti accusatori capaci di reggere al vaglio del giudizio.Eredità morale
"La mafia teme la scuola più della giustizia, l'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa." — Antonino Caponnetto, intervento al PalaGalassi di Forlì, 11 dicembre 2001.L'attualità di un esempio
La storia di Caponnetto insegna che l'unità della giurisdizione è il fondamento di una magistratura autorevole e preparata. Dividere le carriere significherebbe rinunciare a quel bagaglio di esperienze multiple che ha permesso di sconfiggere le strategie criminali più complesse, indebolendo la cultura della prova e la terzietà stessa del sistema.Il senso di una scelta
Proteggere l'eredità di queste storie significa difendere l'integrità della nostra Costituzione. Perché una giustizia più lontana dal cittadino è una giustizia più debole per tutti.✒️ Postilla
Il profilo di Antonino Caponnetto si inserisce nel progetto di approfondimento "Viaggio nella Giustizia" e, in particolare, nella sezione dedicata all'umanità dei protagonisti del diritto: “L’anima della legge: Storie e volti”.
👉 Per approfondire, ti invito a consultare le pubblicazioni integrali:


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