✨ Il talento e la realtà: tra sogno inespresso e leggi del mercato
(Introduzione a Marina Zinzani). Il talento è un'emozione che va dritta al cuore, un dono divino che ci connette al Sé più profondo. Ma cosa succede quando questa forza creativa incontra la dura e implacabile realtà? Marina Zinzani riflette sul paradosso di un'energia non omologata che finisce spesso dimenticata in un cassetto. Dalle voci inghiottite dei talenti inespressi al sogno coltivato sui palchi dei reality show, l'autrice esplora il costo di un mercato cinico e l'importanza di non lasciare che la normalità sfiorisca il nostro potenziale.
• Il talento: grazia, energia e linguaggio senza parole
Il talento è un’emozione che va dritta al cuore: emozione perché è l’espressione creativa che tocca corde nascoste, in grado di parlare un linguaggio senza parole. Dono divino, il talento va aiutato con lo studio, la tecnica, l’applicazione. Qualsiasi considerazione porta comunque a riconoscerne, prima di tutto la grazia, la forza, l’energia, la capacità di colpire l’altro. Il talento è un veicolo di gioia.
• Il conto con la realtà: i talenti dimenticati
Poi c’è la realtà. E quella deve fare i conti con il mercato, con gli incontri fortunati che non sempre avvengono. Così un talento rimane inespresso. Si vive una vita normale, con un lavoro normale, e il talento viene relegato, messo in un angolo, viene anche dimenticato. Quante persone avevano un sogno, da giovani: diventare cantanti, musicisti, in una libera espressione del Sé più profondo. Qualcosa che dava loro vivacità, sussulto, esaltazione.
I talenti dimenticati fanno quasi tenerezza: vi è qualcosa anche di ingiusto, magari una voce era ben più valida di un’altra che ha avuto successo, ma la persona non ha avuto la possibilità di emergere, per un fatto economico, di circostanze, per assenza di contatti giusti. Il talento non espresso fa tenerezza anche perché vi si ritrova una parte vera, pulsante, non omologata, ma allo stesso tempo questa ricchezza è andata a morire su un binario morto.
• La rivincita sui palchi: tra sogno e cinismo del mercato
Ci sono oggi alla TV dei talent show con persone che hanno una certa età: cercano un minuto in cui mostrarsi, quell’occasione che non fu, quella strada che non hanno intrapreso da giovani. Persone con doti incredibili, anche: salire su quel palco ha un che di rivincita, di perseveranza, sostenuti da un coniuge, da un figlio, che le aiuta a vivere un momento di quasi follia.
Ci sono anche talent show di giovani, con indubbie capacità, e non vi si trova in loro così tanta differenza con chi ha avuto successo. La parola più ricorrente che usano è “sogno”, “ho realizzato un sogno”, “è stato un sogno salire su questo palco e farmi conoscere”. Chissà chi emergerà veramente, districandosi fra le dure e ciniche leggi del mercato.
Questi giovani vanno incoraggiati a fare ciò che amano e li fa stare bene: la vita con la sua normalità è dietro l’angolo purtroppo, capace di inghiottire tutto, di sfar sfiorire i sogni, chiudendoli in un cassetto per sempre. I giudici di questi format, con il pubblico a casa che li vota naturalmente, hanno la responsabilità di aiutarli ad accendere una lampadina per il loro futuro. Avranno successo? Che poi il successo porti ad una vita serena è un altro discorso. Ma la parola “sogno” è bellissima.

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