(Introduzione a Marina Zinzani). La frase "e vinca il migliore" suona spesso come una promessa vuota, l'ideale di una meritocrazia che fatica a trovare riscontro nella realtà. in un mondo dominato da logiche oscure, raccomandazioni e scorciatoie, l'autrice riflette sul divario tra il talento riconosciuto e il successo effettivo, dai palchi dei grandi concorsi (come Sanremo) fino alle relazioni personali. la vera vittoria, suggerisce, non si trova nelle classifiche esterne, ma nel segreto dell'anima.
(Marina Zinzani) • Questa frase, “e vinca il migliore”, si sente dire spesso quando c’è una gara. si pensa ad esempio al festival di Sanremo, in cui c’è la premiazione di quello che dovrebbe essere il cantante migliore, quello che è piaciuto di più al pubblico a casa, quello che ha convinto i giornalisti.
Il risultato quasi sempre delude le aspettative, perché chi vince non è quello che ci si aspettava. poi quello che succede nei mesi seguenti riporta un’altra classifica e il presunto migliore riscuote un certo successo.
Risultati truccati? ci sono dei giochi sotterranei, che seguono logiche di mercato o di chissà cos’altro, logiche oscure che hanno prevalso? perché il migliore non ha avuto il giusto riconoscimento?
Nella vita, la parola “migliore” fa sorridere. il mondo è pieno di persone che hanno fatto strada senza troppi meriti, ma solo in base a raccomandazioni, amicizie, scorciatoie. ed anche chi si è dato da fare in alcune relazioni personali, in chi si è speso, in chi ha creduto in un rapporto, a volte non è stato premiato. la vita segue altre strade, decisamente impervie.
Però quello che appare perdente sa, nella sua solitudine, che qualcosa valeva. magra consolazione, o forse armonia con la sua anima.

Commenti
Posta un commento