📝 Il vittimismo come affare? In politica è una strategia alla moda
(Introduzione ad a.p.). Già dagli anni ’80, il filosofo francese Pascal Bruckner, con "Il singhiozzo dell’uomo bianco", denunciava i persistenti sensi di colpa dell'Occidente. Oggi, quel concetto si è trasformato in una vera e propria strategia politica e retorica: il vittimismo eretto a giustificazione per qualsiasi azione. Questa dinamica altera la percezione della realtà, distorcendo il rapporto di causalità tra azione e responsabilità.
• ll trauma e la percezione distorta delle cause
(a.p.) ▪️ L'eco più recente e lampante di questo meccanismo si è manifestata nei dibattiti sul sostegno al paese aggredito nel conflitto in Ucraina. Certe voci critiche, travisando i fatti, si sono basate sull'assioma: «Se la Russia ha aggredito, la colpa è degli aggrediti, che hanno provocato l’invasione». L'Ucraina aveva, in sostanza, il solo difetto di volersi autodeterminare.
La tendenza evidenziata da Bruckner rimanda a un atteggiamento intellettuale che investe il rapporto con il trauma e l'epoca storica. Purtroppo, questo meccanismo non resta confinato all’emotività individuale, ma si traduce in una prassi politica.
• Il vittimismo come alibi e proiezione
Quando il passato, reale o immaginario, viene ricostruito per diventare un alibi a giustificazione del presente, ogni azione è ammissibile, con esiti sproporzionati e abnormi. Si verifica una distorsione interpretativa a causa della quale le avversità dell’oggi vengono ricondotte alla malvagità altrui.
Si costruisce un sofisticato meccanismo di colpevolizzazione del mondo esterno, che agisce come maschera per nascondere l’incapacità di affrontare e gestire i problemi. Questa patologia travalica l’ambito singolare della persona: anziché guardare in noi stessi, cerchiamo negli altri le colpe di ciò che ci succede.
• Tra rancore e rinascita
La retorica del vittimismo impregna il sistema delle relazioni politiche. Se assistiamo al declino dei valori occidentali e a una minore fiducia negli ideali di libertà, indipendenza e giustizia, dobbiamo chiederci quanto questa prassi alteri la chiave di lettura della storia e provochi distorsioni profondamente dannose.
Tuttavia, va aggiunto che il vittimismo non esisterebbe senza i suoi seguaci: non ci sarebbe un attore senza un pubblico disposto ad ascoltarlo in silenzio, rinunciando a fischiarlo.
La strategia del vittimismo richiama un dilemma radicale: come ci si affranca dalle sventure? La scelta è tra due filosofie: affrontare le avversità nella prostrazione e nel rancore vendicativo contro nemici reali o presunti. Oppure farne saggiamente occasione di rinascita e rinnovamento, recuperando le energie vitali.
Immagine: Nubi nere e gonfie di pioggia incombono sul paesaggio: rappresentano la "tempesta" del passato, il trauma, il rancore e i presunti torti che la retorica vittimista usa come alibi.

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