Passa ai contenuti principali

🎅 Il gelo nel cuore di Babbo Natale: l'incontro che riportò la gioia

Disegno di Babbo Natale con i colori sgargianti.
(Introduzione a Vespina Fortuna). In un anno in cui la tristezza sembra aver congelato ogni gioia, perfino Babbo Natale ha perso la voglia di volare. Ma un incontro inaspettato alla sua porta, quello con un piccolo messaggero, sarà la chiave per riscoprire il vero significato del dono e dell'allegria.

La tristezza che congela il polo

(Vespina Fortuna - RACCONTO) ▪️ Ormai eravamo quasi alle porte di dicembre ma Babbo Natale quest’anno non aveva proprio voglia di distribuire i regali. Era troppo triste per le migliaia di bimbi affamati e a tutti quelli cui insegnano ad "imbracciare un fucile più alto e più pesante di loro."
Babbo Natale se ne stava sdraiato sul letto a guardare il soffitto con gli occhi velati di pianto e il naso rosso. "Quest’anno ve ne starete al calduccio" disse fra sé pensando alle renne nella stalla. "Niente carro volante, niente doni, niente gioia. Il mio cuore è troppo triste per poter donare allegria."

Bussare inatteso

Intanto le letterine si accatastavano nel sacco accanto alla porta. Il postino infilava e infilava ogni giorno centinaia di buste colorate che i bambini gli inviavano, ma lui non aveva voglia di leggerle e di soddisfare tutti quei desideri.
Toc-toc! Toc-toc! Toc-toc! Sentì un pomeriggio Babbo Natale provenire dall’uscio di casa. Dal letto guardò nel lucernaio e vide che il sole stava per tramontare e il gelo aveva iniziato ad appannare i vetri. Tra poco sarebbe scesa la notte, chi poteva essere a bussare alla sua porta a quell’ora? Toc-toc! Toc-toc! Toc-toc! Babbo Natale si sistemò il cappello rosso sul capo ed andò ad aprire. Gli apparve un bambino malvestito e con le scarpe sfondate. Aveva i capelli umidi ed il nasino sporco.
"Chi sei?" gli chiese il vecchio. "Sono Bimbo Natale" rispose lui mentre tirava su col naso. Babbo Natale lo guardò incuriosito "Entra" lo invitò "Stiamo facendo raffreddare la casa. Vieni, ti farò una bella tazza di cioccolata e ti darò qualcosa di più caldo da indossare."

Il cuore si riconcilia con la vita

Senza farselo ripetere il bambino schizzò dentro e lo seguì nel lungo corridoio. "Presto, togliti quei vestiti e fatti una bella doccia bollente, quando avrai finito troverai un accappatoio pulito e vestitini nuovi." Babbo Natale lo aiutò a vestirsi e bevvero insieme la cioccolata calda accanto al caminetto scoppiettante. Ad un tratto si accorse che il suo cuore si stava riconciliando con la vita. "Dimmi di te, dunque tu saresti Bimbo Natale?"
"Sì, io sono tutti i bimbi del mondo messi insieme. Quelli che non ci sono più, quelli che hanno fame, quelli felici e anche quelli infelici. Sono venuto a chiederti di leggere le letterine che giacciono nel sacco fuori dalla tua porta, se vuoi ti aiuterò anche io a leggerle, ma ti prego, non ci lasciare anche tu!"

Valore del dono

Babbo Natale lo guardò e gli chiese "Che cosa posso regalare ai bimbi che non ci sono più?"
"Un pensiero, solo un tuo pensiero li farà felici."
"E i bimbi che non hanno neppure da mangiare?"
"Loro aspettano un tuo sorriso, un piccolo dono incartato con amore gli basterà a rallegrarli il giorno di Natale."
"E quelli che vanno in guerra?"
"Falli sentire bambini almeno il giorno di Natale, regala loro un quaderno e una penna, un libro di fiabe o un astuccio di matite colorate. Questi piccoli oggetti li renderanno uguali a tutti i bimbi del mondo."

L’arrivo: in ritardo, ma con gioia

Babbo Natale sembrava essersi convinto, si alzò dalla poltrona e tirò in casa il grosso sacco pieno di desideri di tutti i bambini che gli avevano scritto. Quest’anno nessuno di loro chiedeva cose costose ma solo piccoli oggetti per ricevere tenerezza e amore.
"Grazie Bimbo Natale!" disse alla fine "Mi hai ridato la gioia di lavorare. Andiamo nella stalla e leghiamo le renne al carro, dobbiamo sbrigarci, siamo in forte ritardo quest’anno!"
Bimbo Natale lo aiutò ma alla fine non salì sulla slitta. "Vai!" gli disse "I bimbi aspettano solo te." Gli diede un bacio sulla barba bianca e se ne tornò da dove era venuto, felice di aver ricevuto la sua dose di tenerezza e dei vestiti nuovi.
Buon Natale a tutti i bimbi del mondo, di questo mondo e di tutti gli altri.

Commenti

Post popolari in questo blog

👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore

(Introduzione a Daniela Barone). Varosha non è solo un quartiere abbandonato di Famagosta, ma il simbolo di un trauma storico congelato all'estate del 1974. Tra le sue rovine silenziose e le spiagge un tempo meta del jet set, si nasconde il racconto della violenza e della perdita, ma anche una profonda lezione filosofica. Il suo status di "non luogo" si riflette nel vuoto interiore che, come esseri umani, siamo costretti ad affrontare.

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...

Contro la forza la ragion non vale: la violenza fa tacere la parola

(a.p. - INTRODUZIONE A MARIA LAURA DI FORTI) ▪️ Il proverbio di oggi: “Contro la forza la ragion non vale”. È proprio inutile cercare di ragionare con chi usa la forza?  La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Ma questo proverbio, nella sua brutale immediatezza, trova una rappresentazione vivida e dolorosa nel testo che segue. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non ...