(ap)
In un angolo del Centro di arte contemporanea “Pecci” di Prato, aperto da poco
dopo un avveniristico ampliamento che l’ha trasformato in una navicella spaziale,
e dedicato alla presentazione delle ricerche artistiche più avanzate, risuonano
all’improvviso, melanconicamente, delle note inconfondibili, che richiamano
altri tempi.