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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Nella quiete del tempo

di Giovanna Vannini Lentamente capii che non lasciavo e non andavo trovando. Era solo uno stare dov'era giusto per me, in quel mezzo in cui se guardi alle spalle c'è un già scritto, se ti volgi al tuo dinanzi c'è un immaginare.  Intanto sostavo nella quiete, con lo specchio d'acqua sotto, con le tinte intorno, con il cielo sopra. Poteva attendere ogni cosa tutto il tempo in mia dotazione.

Quella "vie en rose" di Edith Piaf

di Marina Zinzani (con un commento di Angelo Perrone) Ci sono dei momenti nella vita di una persona in cui si colloca la verità, e la verità non è mai nella biografia ufficiale, ma solo in alcuni momenti, sempre segreti. Viene da pensare che nel film “La vie en rose” questa verità si sia intravista, e si sia captato qualcosa che alla fine è stato percepito più dall’anima che dalla razionalità. Viene da pensare, ad esempio, che se Santa Teresa di Lisieux aveva fatto il miracolo di ridare la vista ad Edith Piaf, l’aveva fatto perché, tanti anni dopo, molti avrebbero provato la gioia di ascoltare la sua voce, ed avrebbero avuto la sensazione di essere riscaldati.

Tania finalmente d'oro

(ap) Batte i fenomeni cinesi e sale in cima al mondo. Sua, la medaglia d’oro all’ultimo mondiale della carriera. La regina dei tuffi, Tania Cagnotto, la più forte atleta italiana di tutti i tempi, realizza il suo sogno nel cassetto. Dopo la fatica, gli insuccessi, le rinascite."E' il giorno più bello della mia vita. Me lo sentivo che qualcosa di buono era nell'aria. Non ho dormito tutta la notte, non stavo più nella pelle, non vedevo l'ora di salire su questo trampolino e non pensarci più".

Amori infelici

di Marina Zinzani (Ascoltando Françoise  Hardy, dopo aver letto Louis Aragon) Non esistono anni felici quelli sono nei ricordi brandelli di giorni, momenti, forse. Non esistono traguardi raggiunti la felicità dura poco il traguardo può diventare una poltrona stanca.

Mille solitudini

di Marina Zinzani La solitudine dell’anziano in casa. Non c’è niente alla tivù la domenica, i vicini sono usciti. Ore lunghe, un giornale da leggere. Alle undici e trenta mettere sul gas il tegame con l’acqua, c’è un sugo in frigo. Un piatto di pasta e una mela. La solitudine di un giovane il sabato sera. Ritrovare gli amici, ci sono altre ragazze, non le conosci. Prima la pizzeria, e poi si va a ballare. Volti nuovi, capelli lunghi, smalto verde sulle unghie, ridono. E’ finita. Mi dispiace ma è finita. Il volto di lei che riappare, luce di fronte a queste ragazze, luce che si è spenta. E’ finita.  Che pizza prendi?

Lo sguardo lontano

Sardegna (foto ap) di Marina Zinzani Lo sguardo rivolto al mare evoca   momenti quieti suggestioni sorrisi. Lo sguardo rivolto al mare parla della sera dei profumi delle voci ricordi ombre. Lo sguardo rivolto al mare è di chi aspetta qualcuno non si sa chi.

I ragazzini di Naxos

Foto V. Giovannini   di Valeria Giovannini A Naxos c'è il sole ogni giorno, per tutto il giorno. L'aria soffia ora lieve, ora più intensa. A tratti ingrossa le onde del mare. Si sta sempre bene. Verso sera, il sole si adagia sul porto. Nessuno strumento tecnologico lo può catturare. Enjoy every second of your life è il motto che ci accoglie. A Naxos sembra davvero sia così. All'alba, alcune donne, ogni giorno, entrano in acqua nel porto. Sbucano fuori soltanto le loro teste. Trascorrono del tempo disposte a croce e parlano fra loro. Un rito quotidiano, una sorte di saluto al sole. Le taverne del porto offrono pasti deliziosi, arcobaleno di sapori greci. Le insalate con la ricotta di Naxos, lo yogurt con il miele o i pomodori dolci.

Oblomov, il presente negato

di Paolo Brondi Una storia emblematica è quella narrata da Ivan Aleksàndrovič Gončaròv (1812-1891) nel romanzo Oblomov, pubblicato nel 1859 (tradotto da Einaudi nel 1979). Oblomov, proprietario di una vasta tenuta, è stato considerato dalla critica un antieroe, segnato dall’inerzia fisica e psichica, simbolo di una generazione viziata e apatica. In realtà, l’immergersi nel flusso narrativo di una così complessa e non facile opera permette di individuare uno spazio dove sia possibile piantare un senso altro.

I sassi di Valbruna, a Gabicce Mare

(ap) Al largo della costa di Gabicce Mare , nella Baia degli angeli che definisce l’ultimo tratto del golfo di Rimini, le acque nascondono ancora un mistero. Addirittura, un centro abitato di origine greco-romana, chiamato Valbruna, sommerso nei tempi più remoti dall’inesorabile avanzamento del mare, sprofondato nei fondali, e tramutato nell’Atlantide dell’Adriatico. Non solo una strana leggenda. Di tanto in tanto, riaffiorano dagli abissi strane formazioni dalla forma inequivocabile: capitelli, parti di colonne, pietre.  

Tanto va la gatta al lardo

di Paolo Brondi I proverbi, definiti da Benedetto Croce “monumenti parlati del buon senso”, nella nostra civiltà, che alla parola scritta e alla tradizione orale ha sostituito l’impero delle immagini, paiono reperti archeologici, come antiche rovine o vetusti codici miniati. 

De profundis, caro Oscar Wilde

Poesia di Marina Zinzani (con un commento di Angelo Perrone) La pioggia lava ogni cosa cade sul volto bagna i capelli sfiora le mani. Corsa sotto la pioggia con un libro appena comprato libro e voce di qualcuno richiamo, presenza che torna.

Polvere tra le dita

di Marina Zinzani La felicità è una polvere magica che rimane fra le dita bisogna lavarsele, le mani. La felicità è un momento una foto scattata ma ogni cosa appare sfuocata, giorni dopo. Nulla si conserva, di certo non la gioia. Se ne ricerca il ricordo, qualche volta, nel silenzio davanti al mare.

Talità kumi

di Valeria Giovannini (con un commento di Angelo Perrone) Fanciulla, io ti dico alzati da quel torpore della tua vita abbi il coraggio di traversare il fiume dei pensieri sarà la tua salvezza

Pregiudizi, come il vento..

di Paolo Brondi Nel primo canto corale dell' Antigone di Sofocle si ricava una concezione della cultura che, come sempre accade per beneficio del sapere antico, ha sapore straordinariamente moderno: “ il linguaggio e il pensiero che è come il vento e i sentimenti che creano le immagini egli (l’uomo) a se stesso ha insegnato”. E’ qui anticipatamente intuito quello che oggi è “centrismo culturale” i cui effetti, sostanziati dal potere dei media, mentre tessono una pesante ragnatela sulla coscienza di ognuno, sono matrice di quel trionfamento culturale che si identifica con il pregiudizio. Che la nostra cultura sia cultura di pregiudizio lo prova la quotidiana testimonianza dei tanti che non riconoscono i propri errori ché anzi li usano come mezzi per elevare a verità i propri interessi, per non avere remora morale alcuna nel compiere sopraffazioni, per spostare su altri l’onta di errori o di azioni vergognose.