Racconto di Valeria Giovannini
(ap) Sui tapis roulant, in una anonima palestra di
città, o invece in aperta montagna, lungo percorsi in quota tra scenari
mozzafiato, o ancora nei ripidi pendii sul limitare di piccoli torrenti. Un
surrogato triste dell’evasione dal tran tran quotidiano, oppure il bisogno di
perdersi nel silenzio, senza alcuna meta da raggiungere che non sia la
conquista di uno sguardo rivolto dove non era mai arrivato. Modi diversi di
correre, di muoversi, di vincere lo smarrimento, di respirare gli attimi del
vivere.