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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Il tempo dilatato

di Marina Zinzani Esiste un tempo desiderato, implorato, sognato per anni e anni, a volte sembrava vicino e invece si allontanava, un tempo in grado di creare un piccolo eden, tutto germoglia, fiorisce, l’aria è fresca, un venticello dice che è primavera, si rinasce. È un tempo immaginato come una seconda stagione, ricco di fantasie che hanno aiutato nei momenti bui: i viaggi, nessuna sveglia all’alba, i giorni da riempire senza obblighi e orari, il tempo dedicato alla famiglia, ai nipoti, ai figli, agli amici, scoperta di luoghi solo visti alla televisione, prendersi cura del proprio corpo, ringiovanire.

Il fumo che avvolge il tempo

di Cristina Podestà (Commento a “Ed è subito sera” di Angelo Perrone ) Il tempo non è mai preciso. Arriva sempre in ritardo a farti capire le cose che hanno valore, a portarti i buoni consigli e a metterti in bocca le parole giuste. Sembra che ti prenda in giro perché tu proprio ci credi che il tempo possa aiutarti a superare problemi, a darti una mano. Infatti quando sei nei guai speri che passi presto, ti auguri che venga velocemente un altro anno, che giri il calendario; spesso vuoi che il tempo corra, non vedi l’ora di essere più grande, di finire presto gli studi o un lavoro, guardi insistentemente l’orologio sperando che arrivi presto la sera.

Il tempo e le passioni

di Marina Zinzani (Commento a “Ed è subito sera” di Angelo Perrone ) Ci sono delle volte in cui il tempo non passa mai. Il tempo non è un’identità definita, è qualcosa che si dilata, che si restringe, o che rimane immobile per sempre. D’altro canto il tempo si esprime anche con i capelli bianchi, con l’accenno sul viso di un’ombra diversa, nonostante il continuo cercare di mantenere giovane il corpo.

Ballerina

di Marina Zinzani Soffio sulla candela la luce si spegne il giorno finisce. E ora la sento la mia anima nel silenzio della notte ballerina fragile fra i vetri scheggiati del giorno. È qui e provo tenerezza ballerina che si muove al buio sulle punte in cerca di pace.

Donna spezzata

di Marina Zinzani Tu mi hai strappato la gioia dei giorni, hai reso il cielo grigio, cupo, hai fatto sollevare un vento gelido che ha invaso il mio cuore. Donna e il suo fallimento, donna davanti a un giudice, banale separazione. Storia che non si vede la sua, che interessa così a pochi. Si ferma davanti ad una pasticceria la donna spezzata, ci sono dei confetti. Sospira. Attraversa la strada e cammina veloce. Deve farcela, deve farcela.

25 aprile, patrimonio collettivo

( La Resistenza oggi, su La Voce di New York ) (Angelo Perrone) La celebrazione del 25 aprile – ricorrenza della liberazione dell’Italia dal fascismo - si accompagna al dibattito sul significato della data. Una discussione che implica la riscoperta delle motivazioni della lotta antifascista e la riflessione sulle radici del nuovo Stato sorto dopo il 1945.

Fuoco

di Giorgia Deidda Camminai. Incedetti lenta e crepuscolare verso i pallidi campi; scivolai via senza vento in un rotolo di fuoco che mi avvolgeva tutta  e viaggiai oltre la mente ed il suono. Udii il vento ancorarsi oltre il golfo in un turbinio di voci e chiacchiere; un tempo il sole spezzò l’uomo e rovesciò il mare, ma ora sono carne e radice di linfa che volteggiano nella città colante, in un vento di fiamma, oltre le cose. 

Bambini

di Marina Zinzani Un bambino torna a casa da scuola ed è entusiasta, perché si è fatto un nuovo amico. Anche nei giorni successivi il bambino è felicissimo e parla dell'amichetto. Dopo diversi giorni, la mamma chiede: "Ma il tuo amico è bianco o nero?" Il bambino si sofferma pensieroso. "Non lo so, mamma, non ci ho fatto caso".

Ed è subito sera

(Angelo Perrone) Il tempo trasfigura, cambia, cancella; produce anche effetti opposti. Nel continuo divenire delle cose, sugella e rende indelebile l’esistenza. Segna comunque le vite di tutti, sovvertendole, come sguardo cangiante che definisce e sempre illumina, anche nel grigiore. Segue le vicissitudini quotidiane passo per passo, sino al limite. Sa offrire il ritratto più fedele ed attuale di ognuno. Non appiattisce, semmai offre risalto, scolpisce. È persino capace di accensioni improvvise, che sorprendono e stupiscono. Per molti aspetti è indubitabile la trasformazione dei contesti, delle relazioni, dello stesso sentire. Incessante e radicale, quel divenire tutto sovverte e rende altro, mentre qualcosa, magari definibile proprio come lo spirito del tempo, continua a perpetuarsi incancellabile, nonostante le avversità.

Paura in cielo

di Liana Monti Mentre la notte iniziò a scendere Qualcosa di terribile stava per accadere Il cielo iniziò a tuonare Erano gli aerei che il paese iniziarono a sorvolare La terra iniziò a tremare Erano i carrarmati che continuavano ad avanzare Un boato fece tutti sobbalzare Era una bomba caduta nel vicino casolare Un bambino dovrebbe giocare Non nascondersi per potersi salvare Nella pace una famiglia vorrebbe il futuro costruire Quando questo potrà avvenire?

Paola

di Marina Zinzani (Introduzione di Angelo Perrone) (Tratto da “Racconti della metro”) (Angelo Perrone) La metro non è l’unico luogo-simbolo delle città moderne. Certo particolare. In uno spazio piccolo e super affollatosi ritrova un’umanità eterogenea. Persone sconosciute con destinazioni diverse. Difficile scambiarsi sguardi, rivolgersi parole. Ogni persona, un mondo a sé. Pensieri, desideri, preoccupazioni. C’è poi una maschera espressiva che nasconde l’intimità. Il viso è chino sullo smartphone, sedotto dalla magia dello schermo. Un ripiegamento fisico, oltre che mentale. Non siamo più abituati a guardarci intorno, non accade di incrociare gli sguardi. Ciascuno conserva la sua diversità, persino il mistero.

Le parole che non ti ho detto

di Liana Monti Ci sono cose che non ti ho mai detto Un po’ per paura un po’ per rispetto Cose che parlano di me E rivelano tanti perché Parole scritte a mano quasi di getto E conservate dentro ad un cassetto.

Cantilena del Cosmo Pio

di Bianca Mannu  1 In poche case con fiori nei cortili un pugno d’abitanti dai gesti gentili stanno stretti in silenzio robusto praticato e offerto in olocausto all’alterna voracità dei tagliaerba.  Se oggi canta il tuo – il mio starà in riserva domani il mio canterà il canto della cerva: brani classici.

Fragilità

di Marina Zinzani La fragilità dei giunchi con una tempesta lo sguardo dell'amato rivolto altrove l'attesa snervante di un esame, di mille esami intrecci e paure sguardo sull'acqua sul fiume che scorre mi tocco la croce al collo anelando acque quiete.

L'acqua che scorre

di Marina Zinzani L'acqua scorre nei fiumi fra le rocce lungo insenature lungo la mente. L'acqua fredda sul viso per lavarsi quasi purificarsi quasi pulirsi da ciò che è là fuori.

Giulia

di Marina Zinzani (Introduzione di Angelo Perrone) (Tratto da “Racconti della metro”) (Angelo Perrone) La metro non è l’unico luogo-simbolo delle città moderne. Certo particolare. In uno spazio piccolo e super affollatosi ritrova un’umanità eterogenea. Persone sconosciute con destinazioni diverse. Difficile scambiarsi sguardi, rivolgersi parole. Ogni persona, un mondo a sé. Pensieri, desideri, preoccupazioni.

Vibrazioni

di Bianca Mannu * *  (“Penso e scrivo ancora testardamente. Il luogo dove attualmente risiedo s'impone alla mia riflessione emotiva; questa si fa strada verso una parola che vorrebbe essere qualcosa di più elaborato rispetto al pianto nostalgico per un eden perduto. E rispetto a un dire cauto verso il sorriso di chi si esalta di dar voce al bello assoluto. Altresì rivendico la distanza da una nota spese o da un promemoria per gli acquisti.”)

Prima dell'alba

di Maria Cristina Capitoni Quel che tu chiami disagio forse è solo disciplina formula primitiva della manifestazione vivere senza dolore seguendo regole costantemente finché la mente sorge.

L'abuso sui bambini ucraini

La negazione del diritto ad esistere (Su Critica liberale-inserto Non Mollare del 3 aprile 2023 ) (Angelo Perrone) Si discute di un progetto ideato a tavolino dalla Russia di Vladimir Putin, e poi messo in atto dal 24 febbraio del 2022. Un crimine di guerra, secondo lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte penale internazionale, come il genocidio, l’aggressione, i crimini contro l’umanità. Qualcosa cominciato appena i russi misero piede in Ucraina, poi proseguito, tuttora in corso, tanto che le indagini continuano.

Gemelli

di Lorenzo Mullon Ogni suono ha  un gemello inudibile

Ritorno alla vita

di Giorgia Deidda Sedevo alla finestra, il dolore muto. Ascoltavo le rondini riecheggiare volteggiando in spirali tortuose e arabeggianti, mentre io rimanevo vuota come un sacco tagliato dietro il vetro, le mani a conca sul viso. Non seppi come, ma il sole mi brillò da una fessura delle dita e mi rischiarò il volto, timido.

Ricordi perduti

di Giorgia Deidda Nella stanza bianca, asettica conversando animosamente, il corpo a metà; io mi elevo a cielo e sogno d’essere stella chiusa in una campana di vetro. Dentro, le storie appiccicose che faticano a districarsi, ci vorrebbe – un acido che sciogliesse e mi rendesse immune ai dolori, alle intarsiature, alle cose degli altri.  Sembra che i nodi si rattrappiscano per quanto duri,

C'è spazio per la legge in guerra?

Per la Corte penale internazionale la Russia di Putin commette crimini in Ucraina (Su Critica liberale-inserto Non Mollare del 3 aprile 2023 ) (Angelo Perrone) Può sembrare surreale discutere della necessità di perseguire i crimini di guerra commessi in Ucraina dalle truppe mandate da Vladimir Putin. Il dibattito ha una dimensione astratta, nonostante le evidenze, non bastano i quattrocento i civili uccisi a Bucha dai russi in ritirata, trovati nelle fosse comuni o lasciati in strada per la fretta.

Conoscere l'ignoto

di Lorenzo Mullon L'albero è bello persino quando muore e frana la geometria dei rami che si mettono a indicare direzioni sconosciute

L'orizzonte imprevedibile

di Lorenzo Mullon Oltre l'orizzonte c'è una fascia bianca luminosissima dove si spezzano le linee si perdono i contorni e tutto viene macinato e rimacinato io sono li nell'imprevedibile che si sta formando

Il mondo sospeso

di Lorenzo Mullon Il mondo è cosí sospeso nell’universo  che bastano poche note di una musica  per farlo girare

Pensieri in preghiera

di Giovanna Vannini Immersa sale. Così composta e silente da estraniarsi. Mette un piede dietro l’altro ad occhi socchiusi. Consegnerà un pensiero in preghiera appena varcata la soglia, tra le panche, verso l’altare, nell'aria d’incenso e candele. Se dovesse trovare qualcuno, siederà in fondo, lo sguardo alto ad altezza di Croce.

Orlo

di Giorgia Deidda Non sono un albero con foglie piene; mi manca la linfa vitale.  Assomiglio più a certi alberi smagriti e dimenticati  che traggono nutrimento dalla terra asciutta,  cercando di guardare lontano verso le stelle e di toccare un po’ di luce con i rami disgiunti,

Rem

di Giorgia Deidda Non è un lavacro di sogno questo dove m’intingo, ma verità nascosta che salterà agli occhi  all’universo insipido; io non sono un’appendice della terra,  ma amica della gente; sono quella che fu eletta nel canto dell’espansione un soprano lento che s’insinua senza tregua,

Eugenio

di Marina Zinzani (Introduzione di Angelo Perrone) (Tratto da “Racconti della metro”) (Angelo Perrone) La metro non è l’unico luogo-simbolo delle città moderne. Certo particolare. In uno spazio piccolo e super affollatosi ritrova un’umanità eterogenea. Persone sconosciute con destinazioni diverse. Difficile scambiarsi sguardi, rivolgersi parole. Ogni persona, un mondo a sé. Pensieri, desideri, preoccupazioni.