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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

Gli anni

Poesia di Marina Zinzani Desideravo farmi luce per illuminare le tue sere desideravo farmi acqua per colmare la tua sete desideravo farmi ombra per proteggerti dal sole desideravo farmi pioggia per   farti sentire l’acqua sulla pelle e il profumo dell’erba bagnata.

Alle cinque del mattino

Poesia di Marina Zinzani Il buio e l’aria fredda alle cinque del mattino una maglia calda per entrare in balcone le finestre chiuse del palazzo di fronte. Alle cinque del mattino c’è il silenzio delle cose il silenzio della mente

Il mio mare

(Foto ap) Poesia di Valeria Giovannini Ti accolgo Con la forza di una madre Quando ti perdi nelle mie braccia

Il cavallino

di Marina Zinzani Tratto da I racconti della pioggia (ap) La pioggia che cade sulle acque placide di un lago, che si intravede appena oltre il vetro appannato di una finestra, o che scende in una torbida e inquieta notte d’autunno.

Segni invisibili

di Laura Bonfigli Possono le disavventure psicologiche e sentimentali dell'anima essere già scritte nel corpo? Forse sì, come ci dimostra, fin dalle prime righe del racconto Ultime ore insieme di Paolo Brondi (Pagine letterarie 1/10/14), il protagonista Antonio.

Il tatuaggio

Racconto di Vespina Fortuna Laura una mattina si guardò allo specchio: il suo corpo era stato interamente ricoperto da un tatuaggio! Qualcuno le aveva disegnato sulla pelle come una stoffa! In un primo momento credé di aver visto male; accese la luce e tornò a guardarsi, il cuore batteva forte in petto: non si era sbagliata, un disegno monotono e ripetitivo l’avvolgeva come una ragnatela facendola sentire preda di un ragno invisibile.

Chi amava i Beatles

di Marina Zinzani (con un ricordo di chi c’era) (ap) Quattro ragazzi a Liverpool: conobbero l’austerity del dopo guerra e il miracolo economico, poi un successo strepitoso in un mondo pieno di aspettative.

Ultime ore insieme

Racconto di Paolo Brondi Nicola non aveva ancora venti anni e già si comportava da vecchio. I suoi coetanei trascorrevano il loro miglior tempo agitando i piedi, calamitati da una elettrica selva di note, stringendo al petto, con sentimenti non certo ideali, le standardizzate figure femminili di allora, facendo oggetto del loro discorrere una sequela di ingenuità e di stupidaggini.