di
Paolo Brondi
La
dissonanza che, nella musica, nella letteratura, nelle arti in genere, è il
segno della molteplicità caotica, del pensiero debole, del non senso della
realtà, può essere anche la categoria che ci aiuta a caratterizzare certi
accadimenti politici.
Dissonante appare il gioco politico quando si fa
difficile, problematico, conflittuale, incapace di fermarsi all’evidenza,
scivolando sempre più spesso nel melodramma di scontri all’insegna di passioni
assolute o della magniloquente retorica di parole solenni; o quando trasforma
gli eventi in commedia, senza avvedersi che, nella commedia, prima o poi cala
il sipario.