Giù
la maschera, la difficile ricerca dei significati. Per esempio a proposito di scissioni.
di
Paolo Brondi
L’informazione
è un diritto, ma ogni diritto può essere goduto con molte storture e oggi più
che nel passato è facile trovare ascoltatori e lettori predisposti a farsi
ingannare. Il rimedio sta nell’educazione dell’individuo, nella sua resistenza
all’inganno, nel suo cosciente opporsi.
L’educazione
trova nel linguaggio, strumento di cooperazione, ma anche arma di lotta, il suo
punto di partenza: chi scrive e chi legge sono impegnati in una battaglia
contro le forze della confusione. Un esempio di stimolo al superamento degli
inganni è quello offerto dalle parabole. Come quella della tigre di Chingyang.
Il
giovane eroe Wu Sung esita ad affrontare la tigre vivendo con angoscia
crescente il dramma di poter essere mangiato prima ancora di poterla uccidere.
Ma chi è eroe non manca di coraggio: Wu Sung si slancia e uccide la tigre! E così
in tante simili occasioni: da qui le sue numerose decorazioni!
La
scena è breve, ma densa di significati. Le occasioni per combattere battaglie,
per sconfiggere le tigri del nostro tempo, sono numerosissime e, offerte,
paradossalmente, in ogni ora della nostra quotidianità. Il desiderio di
comandare, passione comune a tanti, non solo ai politici; il continuo
influenzamento dell’opinione pubblica, ad opera di immagini e messaggi criptici;
l’eccesso di potere e la conseguente, pericolosa, diminuzione della libertà,
dell’integrità, del rispetto verso la persona umana: queste e tante altre le occasioni
per superare ingenuità e disimpegno e per affrontare ogni avventura con il
supporto della preparazione seria, avveduta e critica.
Diverso
è il caso di chi, per comodità o per ignoranza, si confonde fra gli uomini che
si camuffano da tigri: non ne saprà togliere la maschera e rischierà di essere
mangiato. Lo smascheramento è proprio di chi ha il coraggio di cambiare le cose,
ma anche le capacità e i contenuti per migliorarle.
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