(ap) Il 2 ottobre
è la festa mondiale degli angeli. Di questi tempi, non importa essere credenti,
né occorre necessariamente peccare di imperdonabile
ingenuità, per interrompere le nostre fatiche quotidiane, concederci una breve pausa
e pensare di invitare il nostro angelo, e tanti amici con lui, ad una festa.
Ognuno,
pensandoci bene, può davvero convincersi senza sforzo di non essere del tutto solo
nel mondo, ma di essere sempre accompagnato nei suoi passi, quelli più duri e
quelli più felici, da qualcuno pronto a vigilare su di lui, a vegliarne il
cammino, a gioire di ogni progresso di cui sia protagonista.
In fondo, un’anima
non è mai senza la scorta di qualcuno; è bello pensare o illudersi che sia
sotto la custodia di uno spirito illuminato. Scrisse San Bernardo di
Chiaravalle: “Gli angeli sanno bene che l’anima
nostra, l’anima di ciascuno, ha più valore di tutto il mondo”.
Nella storia
della salvezza, certo, gli angeli avevano da Dio l’incarico prestigioso di proteggere
il popolo eletto, e Gesù ricordava che essi, secondo il disegno divino, erano
posti a difesa dei più piccoli perché vedevano
sempre il volto del Padre che sta nei cieli.
Proprio perché
figure mediatrici tra il cielo e la terra, gli angeli sono stati sempre rappresentati come esseri
alati. Già il nome (che deriva dal greco anghelos=messaggero),
racchiudeva sin dall’origine il significato
del loro esistere; e la missione di svolgere un incarico, di portare un
messaggio.
Oggi, il tema degli angeli, scomparso dai sermoni
religiosi forse per il falso pudore di menzionare una credenza ingenua ed irreale, è riemerso prepotentemente sul
terreno dei media, anche in versione
new age, ispirando musiche di atmosfera, quando non anche animando spot
pubblicitari per oggetti di uso corrente.
L’immagine
degli esseri alati e surreali, persino simbolo di giustizia in tutte le
rappresentazioni che li mostravano impugnando lunghe spade affatto minacciose (come
sulla vetta del castel S. Angelo a Roma), ha ceduto il passo ad altre, forse più moderne
e coerenti con i tempi, ma sicuramente meno suggestive.
Ora, quella
stessa icona dei tempi andati è riproposta in versioni più attuali che rendono
gli angeli alla fine simili a buffi paggetti riccioluti dell’800, bambolotti
sorridenti, talvolta figure con un’essenza buffa se non ridicola.
Non importa però che oggi prevalga solo l’aspetto
estetico e formale; per un giorno almeno, se non per sempre, si può ancora
correre il rischio di apparire creduloni, e fuori dal tempo.
A dispetto di tutto e delle mode effimere, per una volta è lecito ancora pensare dolcemente all’angelo custode come al nostro migliore amico, con cui può capitare di trovarsi un momento a prendere un caffè o a bere una birra, scambiando quattro chiacchiere, per raccontargli sommessamente la storia che stiamo interpretando su questa terra.
A dispetto di tutto e delle mode effimere, per una volta è lecito ancora pensare dolcemente all’angelo custode come al nostro migliore amico, con cui può capitare di trovarsi un momento a prendere un caffè o a bere una birra, scambiando quattro chiacchiere, per raccontargli sommessamente la storia che stiamo interpretando su questa terra.
Nessun commento:
Posta un commento