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La fata

Il significato dell’amore


di Marina Zinzani

C’erano i sogni, c’era la realtà. E c’era lei che li faceva incontrare. (Charles Bukowsky)

In riva al mare, una lunga passeggiata. I suoi capelli mossi dal vento, gli occhi che ogni tanto incontravano i tuoi, la mano sfiorata, con una timidezza da ragazzi alle prese con i primi amori.
Una conchiglia raccolta, lei la teneva fra le mani e te la mostrava. Avevi molti anni, te ne sentivi tanti insomma, e sentivi che la vita ti stava facendo un regalo inaspettato.
E lei non era bella, e neanche aveva un fisico attraente, ma la sua presenza faceva sentire quella scena, la spiaggia, il mare, il cielo, le nuvole, come qualcosa di assolutamente perfetto, il tuo cuore si riempiva di ogni dono che quel momento regalava.
Andaste poi in un ristorante, ti ricordi? La vedevi ora bene, vedevi il suo volto davanti al tuo, si illuminava quando parlava, quando mostrava passione nelle cose che diceva, una vivacità che ti faceva risvegliare da un lungo sonno dell’anima. Vi metteste a ridere per una sua battuta, una donna era ancora in grado di farti ridere, questo l’avevi dimenticato, vecchio mio.
Dico vecchio mio anche se non sei poi tanto vecchio. Anzi, in quel momento ti sentivi giovane, una fata ti stava riportando indietro negli anni, non è vero che è tutto statico, che prevale sempre la razionalità, ogni tanto subentra anche la magia, arrivano fate, maghi, folletti dei boschi, e ogni cosa cambia, e tu eri come un re in una reggia in quel momento, altro che Versailles, e lei era la tua regina, una regina di cui ti stavi innamorando. Perdutamente.
La vita ti ha fatto questo dono, e tu l’hai raccolto, l’hai onorato, ne hai compreso il significato. E’ qui, vicino a te, ancora qui quella donna dal sorriso che illuminava il mondo, che ha illuminato la tua vita. I vostri capelli bianchi, il passo incerto, la mano che vi stringete ogni tanto, possono raccontare il pezzo di strada che avete percorso insieme. La fata vi guarda ancora da lontano. 

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