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giovedì 20 settembre 2018

Effimero quell'amore

Acqua cheta o passione, un soffio comunque vitale

di Paolo Brondi

Accade sempre così, un gran mare di malinconia si apre quando un amore finisce. Lo dicono anche i versi di un grande amatore: “E noi che pensiamo la felicità, come un’ascesa, ne avremmo, l’emozione, quasi sconcertante, di quando cosa ch’è felice, cade..” (R. M. Rilke).

lunedì 4 dicembre 2017

Il sole tornerà a tuffarsi nel mare

Fragilità dei rapporti: la difficile accettazione dell’addio, prima di nuove avventure

di Cristina Podestà 
(Commento a Dirsi addio, PL, 2/12/17)

L' amore è irrazionale e folle. Ma, con le parole di William Shakespeare, "Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l' altro si allontana".

martedì 18 luglio 2017

Fuori dal coro


Molti modi per sentirsi “straniero”: quel senso irriducibile di “estraneità” nella vita di ciascuno. Camminare sulla stessa terra non sempre dà sollievo

di Mariagrazia Passamano *


- Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
- Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
- I tuoi amici?
- Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
- La patria?
- Non so sotto quale latitudine si trovi.
- La bellezza?
- L'amerei volentieri, dea e immortale.
- L'oro?
- Lo odio come voi odiate Dio.
- Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
- Amo le nuvole. Le nuvole che passano. Laggiù. Le meravigliose nuvole!
(Charles Baudelaire, Lo straniero)

venerdì 10 marzo 2017

Il fiato delle farfalle

Il futuro? Comincia “aggrappandosi ad una foglia  che volteggia”

di Paolo Brondi

Cos'è il futuro, qual è il mio futuro? Molti si pongono questa domanda, e maggiore ancora è il numero di chi la rumina dentro senza parola, oggi che la crisi non è superata, ma ancora stende le sue ali, spesso funeste.

mercoledì 17 agosto 2016

I perché dell’assenza di Dio

di Francesco Gozzi

Quello del dolore (e dunque del male) è il più grande dei misteri e a me riesce difficile vedere il dolore stesso come una prova attraverso la quale guadagniamo o perdiamo il bene eterno perché esso colpisce a casaccio, colpisce anche (o soprattutto) gli innocenti. La pensava così pure Shakespeare, scrittore assolutamente laico, che nelle sue grandi tragedie s'interroga soprattutto sul perché dell'esistenza del male e della sua prevalenza sul bene, sull’assenza di Dio.