Lì essi governavano le cose del mondo. Il loro volere era mutevole ed incostante, bizzoso e magnanime, scontroso e amorevole. Ciascuno incarnava un sentimento o un’idea, un vizio oppure una nobile speranza. Qualcosa ben conosciuto nel mondo umano sottostante, ma espresso in altro modo con un valore simbolico.
Smentito il mito “divino” dell’Olimpo, è rimasto il mondo, travagliato e altrettanto insondabile, dell’animo umano. I suoi risvolti – dismesse le vesti degli antichi “dei” - sono al centro delle pagine dell’autrice dei testi qui pubblicati.
Dopo “Il dio della verità”, “Il dio delle passioni”, “Il dio della guarigione”, "Il dio della speranza", “Il dio della nostalgia”, “Il dio dell’invidia”, “Il dio della rinuncia”, “Il dio della fortuna”, “Il dio del successo”, “Il dio della sottomissione”, “Il dio del rimpianto”, “Il dio del sospetto”, “Il dio della solitudine”, “Il dio della malinconia”, ecco “Il dio del denaro”.
Non ci sono parole per descrivere il dio del denaro. Non ha volto, non si riesce a distinguere. Assume volti di altri, si camuffa così bene che riesce ad insinuarsi fra gli esseri umani, modificandone la indole, la morale, il carattere, per sempre.
Devasta ogni cosa che tocca, crepa le unioni degli uomini, le loro relazioni, fa diventare sospettosi e scaltri, rovescia ogni valore fino a prima coltivato. Le famiglie in cui entra questo dio si frantumano, come tanti piatti che cadono, e i cocci vengono guardati da un componente, spesso vicino alla poesia, ai sentimenti, come il fallimento del suo nucleo. Magari è un padre che ha insegnato il rispetto ai figli, che ha cercato di inculcare pensieri buoni e di unione, e vede il suo piccolo mondo demolito come un castello di carte. Basta una questione di denaro e si aprono schieramenti, malumori, con altre persone attorno che soffiano sul fuoco.
E’ la fine di una visione sentimentale della famiglia, non contano più i beni impalpabili, i ricordi, gli anni passati assieme in una felicità semplice, conta il bene materiale. Il dio del denaro è soddisfatto quando questo succede, è il suo piccolo trionfo.
Non ha remore questo dio, essendo di natura malvagia, ed essendo gli esseri umani molto ricettivi al suo influsso. Un virus molto contagioso, si direbbe oggi. I sentimenti e il denaro: due contrapposizioni che vedono spesso perdente chi offre solo un sorriso, chi coltiva l’idea di una casa accogliente, pur nella sua semplicità e senza ostentazione.
Non ha grandi ostacoli nelle sue missioni il dio che sconvolge gli equilibri. Assieme alla spavalderia, all’indifferenza più totale per gli ultimi che sotto i suoi danni sono sempre più ultimi, instilla nella mente degli uomini il fatto che il denaro permette la felicità, il comprare diventa analogia di comprare una vita appagante.
Il suo contrapposto è il dio della miseria, quello che gira per le baracche e fra persone che non hanno nulla. Si avvicina a loro e cerca di riparare i danni del dio del denaro. Prende le loro mani, asciuga le loro lacrime, non li abbandona, sperando insieme in un futuro migliore.
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