di Laura Maria Di Forti
“Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno, dividere il lavoro e dare ordini. Invece, insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito.” (Antoine de St. Exupery)
Eh sì, frase stupenda, magia di chi riesce a guardare dentro le cose, di chi ha un’anima immensa che sa esplorare nel cuore degli uomini, coglie il mistero, sonda l’insondabile.
E poi, con poche, semplici, magnifiche parole, ci dona la sensazione di sapere ogni cosa e che è facile, tra l’altro, argomentare su ciò che ognuno di noi forse ha sempre avuto nella propria testa ma che mai, mai è riuscito a dare anima e corpo a quei pensieri sfuggevoli, persi nel caos dei nostri giudizi.
L’autore del Piccolo Principe, capolavoro di sensibilità artistica, dolce e commovente sguardo sulla vita, l’amicizia, l’amore, su tutto quello che di più importante esiste nella nostra labile esistenza, questo autore che ha saputo donarci semplici pagine di una liricità incommensurabile, di una capacità di analisi quasi fuggevole che si trasforma in poche frasi di una saggezza immensa, ancora una volta riesce a cogliere la vera essenza della vita.
L’uomo ha bisogno di sognare per poter continuare il suo cammino su questa Terra, un cammino che probabilmente è solo un breve percorso se confrontato con l’eternità di quello che ancora ci aspetta. Ma in questo se pur fugace e passeggero viaggio che è la vita, l’uomo non ha bisogno solo di cibo e di un riparo, ha bisogno anche di speranza e di fiducia, ha bisogno di guardare oltre, di fantasticare, di credere che il domani sarà migliore, sarà fantastico.
Illusioni? Non credo, perché il coraggio di andare avanti, di migliorarsi, di credere nel miglioramento della propria esistenza, portano chiunque a issarsi in piedi e a lottare, a impegnarsi ipotecando il futuro, ingaggiando una sfida con se stessi costringendosi a fare oltre le proprie forze ma con il miraggio di riuscire a vincere. La sfida con se stessi muove il mondo, altrimenti ci lasceremmo guidare come automi da chi riesce solo a comandare menti sterili e vuote.
Questo in definitiva è l’insegnamento: dona all’uomo il desiderio di qualcosa, fargli assaporare la dolcezza della scoperta, mostragli la magia e fagli credere di poter raggiungere il paradiso, e il suo lavoro sarà lieve, il suo impegno sarà immenso e la sua forza crescerà ad ogni passo.
Dai all’uomo non la vanga per lavorare la terra, ma il sogno che quella terra sarà rigogliosa di piante e di frutti, di grano che biondeggerà al sole e di pomi che rosseggeranno sui rami.
L’autore del Piccolo Principe, capolavoro di sensibilità artistica, dolce e commovente sguardo sulla vita, l’amicizia, l’amore, su tutto quello che di più importante esiste nella nostra labile esistenza, questo autore che ha saputo donarci semplici pagine di una liricità incommensurabile, di una capacità di analisi quasi fuggevole che si trasforma in poche frasi di una saggezza immensa, ancora una volta riesce a cogliere la vera essenza della vita.
L’uomo ha bisogno di sognare per poter continuare il suo cammino su questa Terra, un cammino che probabilmente è solo un breve percorso se confrontato con l’eternità di quello che ancora ci aspetta. Ma in questo se pur fugace e passeggero viaggio che è la vita, l’uomo non ha bisogno solo di cibo e di un riparo, ha bisogno anche di speranza e di fiducia, ha bisogno di guardare oltre, di fantasticare, di credere che il domani sarà migliore, sarà fantastico.
Illusioni? Non credo, perché il coraggio di andare avanti, di migliorarsi, di credere nel miglioramento della propria esistenza, portano chiunque a issarsi in piedi e a lottare, a impegnarsi ipotecando il futuro, ingaggiando una sfida con se stessi costringendosi a fare oltre le proprie forze ma con il miraggio di riuscire a vincere. La sfida con se stessi muove il mondo, altrimenti ci lasceremmo guidare come automi da chi riesce solo a comandare menti sterili e vuote.
Questo in definitiva è l’insegnamento: dona all’uomo il desiderio di qualcosa, fargli assaporare la dolcezza della scoperta, mostragli la magia e fagli credere di poter raggiungere il paradiso, e il suo lavoro sarà lieve, il suo impegno sarà immenso e la sua forza crescerà ad ogni passo.
Dai all’uomo non la vanga per lavorare la terra, ma il sogno che quella terra sarà rigogliosa di piante e di frutti, di grano che biondeggerà al sole e di pomi che rosseggeranno sui rami.
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